Il mondo del vino saluta uno dei suoi grandi: si è spento in Francia, ad 89 anni compiuti, Alexandre de Lur Saluces, che, dal 1968 al 2004, ha guidato una cantina mito a livello planetario come Chateau d’Yquem, icona n. 1 del Sauternes (oggi del gruppo Lvmh), per tanti anni la “cantina di famiglia”, prima di dedicarsi sempre all’amato Sauternes con il prestigioso Chateau de Fargues (anche questo di proprietà della sua famiglia dal 1472).
Un uomo innamorato del suo territorio, punto di riferimento per i vini dolci del mondo, Alexandre de Lur Saluces, è stato anche autore di diverse pubblicazioni, e personalità capace anche di scelte difficili, come ci ha raccontato in questa intervista di qualche anno fa.
Ultimo esponente di una storia affascinante e plurisecolare, quella di Chateau d’Yquem, nata in terre che nel Medioevo appartenevano al Re d’Inghilterra, al tempo anche Duca di Aquitania. Poi le terre tornarono francesi nel 1453, con Re Carlo VII, e nel 1593 il discendente di una famiglia nobile, Jacques Sauvage, ottenne la proprietà feudale di Yquem. Documenti dell’epoca dicono che già al tempo nella zona venivano effettuate peculiari pratiche vinicole e vendemmie tardive, ma la cantina ed il vigneto vennero costruiti proprio dalla famiglia Sauvage, che divenne proprietaria a tutti gli effetti di Chateau d’Yquem nel 1711, sotto il regno di Luigi XIV, il “Re Sole”. Nel 1785, Françoise Joséphine de Sauvage d’Yquem sposò il conte Louis Amédée de Lur-Saluces, “figlioccio” del re. Tre anni dopo, nel 1788, il conte morì in seguito a un incidente a cavallo.
La giovane vedova, come racconta il sito di Chateau d’Yquem, divenne così il capo della famiglia e dimostrò uno straordinario acume nella gestione della tenuta. Il vino era già molto apprezzato da famosi intenditori dell’epoca, come Thomas Jefferson. Strenua oppositrice degli eccessi della Rivoluzione francese e gettata in prigione in due occasioni, Françoise Joséphine riuscì a mantenere la proprietà di famiglia e a far prosperare Yquem. Nel 1826 costruì una nuova cantina con il suo amministratore Garos - un passo audace per l’epoca - trasformando la tenuta in una vera e propria azienda e sviluppando la sua reputazione internazionale. Fu durante il suo mandato a capo di Yquem che venne perfezionato il metodo di raccolta in più passaggi. Poi la cantina passo al nipote Romain-Bertrand de Lur-Saluces, e nel 1855, con Napoleone Bonaparte, Yquem fu classificato come “Premiér Cru Superieur”. Poi nelle generazioni la guida della cantina arrivo a Bertrand de Lur-Saluces, che, dal 1966, venne affiancato dal nipote, ovvero Alexandre de Lur-Saluces, nella gestione della tenuta.
“Per me è stato naturale prendere in mano Chateau d’Yquem - aveva raccontato Alexandre de Lur Saluces a WineNews, grazie all’anno e mezzo molto formativo che ho passato con mio zio Bertrand. Anche se non c’erano molti scambi di parole tra di noi, lui mi ha dato una importante chiave di lettura: semplicemente, i dati di raccolta di venti annate. Ho dovuto affrontare momenti molto difficili. Dapprima la successione alla guida di Yquem e in seguito annate pessime: la 1968, molto mediocre, la 1969 e la 1970, non straordinarie, poi la buona 1971, e a seguire la 1972 che ho saltato, e la 1974 che ho deciso di non mettere in vendita. Ho affrontato con naturalezza decisioni che terrificavano tutti perché sentivo di essere il filo conduttore della mia famiglia”.
Sotto la guida di Alexandre de Lur Saluces, la cantina e le pratiche in vigna furono ammodernate, e mercato e prestigio tornarono a crescere, tanto da solleticare la curiosità5 del gruppo del lusso Lvmh di Bernard Arnault, che, nel 1996, acquistò la maggioranza della tenuta, che, dal 2004, è guidata da Pierre Lourton, dopo l’uscita di scena di Alexandre de Lur Saluces. Uomo che, però, ha segnato in maniera indelebile la storia di Chateau d’Yquem, e quella del Sauternes, per oltre mezzo secolo.
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