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VINO E TERRITORI

Il Pinot Grigio delle Venezie regge l’urto del Covid, è stabile sui mercati e guarda al futuro

Il Consorzio della Doc, guidata da Albino Armani, chiede la riduzione delle rese e lo stoccaggio in vista della vendemmia 2020

Le grandi denominazioni del vino italiano guardano al futuro, tracciando la rotta in questi mesi in cui il mondo cerca con grande fatica di superare la pandemia da Covid-19. Come la Doc delle Venezie, “casa” del Pinot Grigio italiano (di cui rappresenta oltre l’80% della produzione, ndr) che, pur avendo superato fin qui quasi indenne i primi mesi 2020, pensa alle misure per gestire il domani. E, come fatto da altri grandi territori, ha chiesto alle Regioni di competenza (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino), il via libera a riduzione delle rese e stoccaggio. Con il Consorzio, guidato da Albino Armani, che, però, “sollecita un’alleanza delle Doc del Nordest a sostegno di una gestione equilibrata del Pinot grigio e un’equa distribuzione del valore”. I dati di imbottigliamento a fine maggio sono sostanzialmente stabili sul 2019 (+0,39%, per 611.167 ettolitri), ed è un buona notizia. Ma i prossimi mesi saranno, come per tutti all’insegna dell’incertezza, mentre si avvicina la vendemmia. E sebbene la stagione di raccolta si preannunci minore a livello produttivo rispetto allo scorso anno (le primissime stime ipotizzano un -15%), il consorzio Doc delle Venezie ha promosso la costituzione di un tavolo di lavoro con i rappresentanti delle Doc del Triveneto, per condividere misure di gestione coordinata del potenziale produttivo che mantengano in equilibrio l’offerta e garantiscano la tenuta del valore del Pinot grigio del Nordest, primo vino bianco fermo dell’export italiano e grande ricchezza del nostro sistema vitivinicolo”.
“L’ultimo Cda del Consorzio ha ribadito la necessità di tenere aperto un tavolo permanente di confronto del Pinot grigio del Triveneto che rappresenta più dell’80% del totale italiano - ha dichiarapto il residente del Consorzio delle Venezie, Albino Armani - così da favorire una gestione programmatica e condivisa nell’areale vitato del Nordest con modalità che ci auguriamo, in un prossimo futuro, di poter estendere anche ai produttori delle altre regioni italiane. Abbiamo lavorato con i rappresentanti delle Doc trivenete arrivando a una visione collegiale e quindi alla proposta di misure concrete di gestione a livello territoriale sulle singole denominazioni in vista della vendemmia 2020 - la riduzione della resa certificabile a 150 quintali per ettaro e l’attivazione dello stoccaggio amministrativo - volte al mantenimento del valore del Pinot Grigio”.
Questa alleanza rappresenta un passo importante per la tutela del valore della filiera del Pinot Grigio: un atteggiamento di collegialità territoriale che, si spera, possa diventare presto un esempio per l’applicazione di sistemi alternativi di tracciabilità sull’intero sistema Pinot grigio Italia, che oggi raggiunge il 43% della varietà nel mondo.

Una Doc, quella delle Venezie, che ha resistito bene, fino ad oggi, all’urto delle misure imposte dalla Pandemia a livello mondiale, beneficiando di un trend di mercato costante rispetto al 2019, grazie soprattutto alla distribuzione nel canale della Gdo internazionale.
“Una stabilità frutto di un trend consolidato nei mesi scorsi che al momento non ha risentito della crisi economica. Il nostro Cda tiene costantemente monitorato il mercato, siamo pronti ad intervenire per garantire l’equilibrio tra la domanda e l’offerta internazionale a tutela della filiera a contrastare eventuali tendenze speculative. Proprio in quest’ottica - aggiunge Armani - guardiamo alla prossima vendemmia con estrema attenzione e senso di responsabilità, al fine di mantenere gli equilibri di mercato”.

Focus - Le misure richieste dalla Doc delle Venezie
- La ridefinizione della resa per ettaro prevista dall’articolo 4 comma 5 del disciplinare di produzione a 18 tonnellate per ettaro e la riduzione della resa certificabile a 15 tonnellate per ettaro;
- L’attivazione dello stoccaggio amministrativo di cui all’articolo 39, comma 4, della legge n. 238/2016 per i quantitativi di prodotto atto a Pinot grigio delle Venezie Doc ottenuti dalle uve eccedenti le 13 tonnellate di uva per ettaro fino alla produzione massima consentita di 18 tonnellate di uva per ettaro;
- La conferma dell’esclusione dalla misura delle produzioni ottenute dalla vendemmia 2020 che sono certificate anche con il sistema biologico;
- La tracciabilità, nelle operazioni di vendemmia e di cantina, delle produzioni ottenute con il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (Sqnpi) ai fini di una possibile diversa gestione delle produzioni certificate nelle eventuali operazioni di sblocco dello stoccaggio;
- Lo sblocco di tutto o di una quota parte dei volumi che avverrà a partire dal 1 marzo 2021.

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