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POLITICHE EUROPEE

Il primo pacchetto di misure per semplificare la Pac bocciato dalle organizzazioni di categoria

Le proposte della Commissione Europea non convincono Cia - Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Coldiretti
AGRICOLTURA, CIA AGRICOLTORI ITALIANI, Coldiretti, COMMISSIONE EUROPEA, Confagricoltura, PAC, UNIONE EUROPEA, Non Solo Vino
L’agricoltura al centro delle politiche d’Europa

Arriva un “no” pressoché univoco, anche se con sfumature diverse, da parte del mondo agricolo per il primo pacchetto di misure proposte dalla Commissione europea per semplificare la burocrazia e gli impegni ambientali della nuova Politica Agricola Comune (Pac) riducendo gli oneri per gli agricoltori della Ue, con le proposte che non soddisfano le organizzazioni agricole. Ad iniziare da Cia-Agricoltori Italiani, che con il proprio presidente, Cristiano Fini, parla comunque di “primi passi in avanti in direzione della revisione della Pac con le deroghe sui controlli e le sanzioni” ma anche che c’è ancora molto da fare per ridurre gli oneri amministrativi degli agricoltori”. Per l’associazione, infatti, l’obiettivo “è quello di una vera e propria revisione della Pac, oltre a risorse aggiuntive che servano a intervenire con continuità nella gestione delle multiformi crisi del settore. Occorre, inoltre, garantire agli agricoltori un’equa distribuzione del valore lungo la filiera alimentare con la creazione di un osservatorio europeo su prezzi e marginalità”. Priorità che Fini ha presentato al Commissario Wojciechowski, in vista del prossimo Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione Europea (Agrifish) in programma a Bruxelles il 26 febbraio e dove è stata inviata anche Ursula von der Leyen.
Per l’obiettivo di revisione della Politica Agricola Comune, Cia - Agricoltori Italiani, “reputa essenziale avviare un’attenta riflessione sugli eco-schemi che, a un anno dalla loro attuazione, hanno ridotto (in molti casi del 50%) i valori degli importi unitari attesi” ma anche, “la revisione del valore dei “premi accoppiati” e una maggiore flessibilità in merito all’applicazione delle regole della condizionalità ambientale. La messa a riposo dei terreni non è la soluzione agli obiettivi di sostenibilità” e, per Fini, “occorre uno stralcio “senza se e senza ma” dell’obbligo di lasciare incolto il 4% destinato a seminativi per continuare a garantire la sicurezza alimentare” così come “allargare gli incentivi per gli under 40 oltre i primi 5 anni di attività per favorire il ricambio generazionale e rafforzare gli strumenti di gestione del rischio per ampliare la base delle aziende agricole assicurate”. Senza dimenticare che per l’associazione “una revisione della Pac non si può dissociare dallo smaltimento del pesante carico burocratico che la contraddistingue, favorendo sempre di più la digitalizzazione”.
Tra le proposte anche quella che “il settore rurale si doti di una riserva di crisi finanziata da risorse extra Pac. Oltre a ciò, si chiede all’Europa di proseguire con il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato che preveda maggiori margini di manovra economica e promuova misure di sostegno alle aziende nella difficile situazione contingente” mentre sull’equa remunerazione all’interno della catena agroalimentare, viene ritenuta “urgente la creazione di un osservatorio europeo sui prezzi e le marginalità che condivida dati di mercato e analisi a breve e lungo termine, oltre all’attuazione efficace della direttiva sulle pratiche commerciali sleali”. Capitolo relazioni con i Paesi extra-Ue, qui viene chiesto, infine, la “garanzia di reciprocità negli standard di produzione e condizioni di parità dei nostri scambi commerciali. Per questo motivo, gli accordi attualmente prefigurati nel negoziato con il Mercosur, potrebbero risultare gravemente dannosi per tutto il sistema rurale europeo”.
Il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, boccia, invece, senza mezzi termini le opzioni di semplificazione presentate dalla Commissione Europea al fine di ridurre l’onere per gli agricoltori della Ue: “gli orientamenti della Commissione - sottolinea Giansanti - non consentono di risolvere i problemi posti dagli agricoltori, con particolare riferimento alla cosiddetta “condizionalità rafforzata”. Prendiamo atto della disponibilità a rivedere gli obblighi fissati dalla Pac in materia di rotazione obbligatoria delle colture e destinazione a finalità non produttiva dei terreni. Intanto, però, in assenza di una deroga totale per il 2024, vanno quantomeno sospese le sanzioni. A riguardo, dovrebbe essere ampliata al massimo la possibilità di riconoscere, a livello nazionale, la condizione di forza maggiore. Vanno poi semplificate e velocizzate le procedure per la modifica dei Piani strategici nazionali”. Confagricoltura riporta che “la Commissione ha anche proposto di esentare dai controlli sul rispetto della condizionalità le aziende con una superficie fino a 10 ettari” ma per Gianstanti “è una proposta inaccettabile. Se una regola è sbagliata e introduce adempimenti troppo onerosi, va eliminata per tutti. Senza discriminazioni in funzione della superfice aziendale”, mentre “sulle proposte per migliorare la posizione degli agricoltori nella catena del valore, ci pronunceremo quando saranno effettivamente licenziate”. Rivedere la Pac e avviare il dialogo per un modello efficiente di agricoltura, con l’intento di tutelare maggiormente la produttività e la competitività delle imprese del settore, centrale nella sicurezza alimentare e nella transizione ecologica, semplificare le procedure amministrative, garantire reciprocità negli scambi internazionali sono gli obiettivi dichiarati dell’assemblea di Confagricoltura che si riunirà a Bruxelles il 26 febbraio, nella sede del Copa - Cogeca. Giansanti, prima dell’Assemblea, consegnerà al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida il dossier che raccoglie e illustra le istanze della Confederazione, frutto del dialogo capillare con il territorio e delle ultime misure annunciate in sede nazionale ed europea riguardanti il settore. Lo stesso Ministro parteciperà anche all’assemblea di Confagricoltura, che vedrà riunita un’ampia rappresentanza di imprenditori di ogni regione d’Italia che ascolteranno i contributi dei rappresentanti delle istituzioni. Tra questi anche quello del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, e del vicepresidente del Senato, Gianmarco Centinaio. “Come avevamo già previsto nel 2021 - ha sottolineato Giansanti - l’attuale Pac ha comportato un aumento spropositato degli impegni per la tutela ambientale e degli adempimenti burocratici che gravano sulle imprese, frenandone la produttività. Gli agricoltori sono imprenditori a tutti gli effetti che si espongono ai rischi del mercato e, soprattutto negli ultimi anni, all’imprevedibilità degli effetti del cambiamento climatico. Serve un cambio di passo, e ora se ne sono accorti tutti”. Giansanti, in qualità di vicepresidente del Copa, nella prima mattinata di lunedì farà parte di una ristretta delegazione che incontrerà il Presidente del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura europei per discutere i punti all’ordine del giorno della riunione di Agrifish.
Del primo pacchetto di misure non è pienamente soddisfatta nemmeno la Coldiretti: “nelle proposte avanzate dalla Commissione - spiega il presidente Ettore Prandini - abbiamo letto alcune semplificazioni da noi proposte, ma manca completezza e certezza dei dettagli. Si sono, finalmente, accorti di alcuni aspetti su cui intervenire, come ad esempio la condizionalità ambientale e la razionalizzazione dei controlli. Sono positive anche le ipotesi di intervento per i piccoli agricoltori. Però, al momento, sono solo dichiarazioni: i tempi delle aziende non combaciano con i tempi della burocrazia europea. Noi vogliamo risposte concrete e interventi immediati. Non è più tempo di annunci, serve cambiare le regole che penalizzano l’agricoltura. La posizione di Coldiretti non cambia: lunedì saremo di nuovo a Bruxelles a manifestare in piazza insieme a migliaia di agricoltori per avere tempi e strumenti certi per cambiare le politiche europee che minacciano la sopravvivenza del settore”. In piazza saranno presenti anche le organizzazioni agricole provenienti da diverse parti dell’Unione Europea, tra cui la Spagna (Asaja), il Portogallo (Cap), il Belgio (Fwa), che si uniranno alla Coldiretti per trasformare le proteste in proposte concrete.

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