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“VINITALY 2022”

Il Prosecco brinda a numeri record, ma sul “Prosek” va all’attacco. Zaia: “quel nome va tolto”

Per lo spumante italiano più consumato al mondo, oltre 620 milioni di fatturato pari a un +18% rispetto al 2020: “premiato impegno delle aziende”
CONSORZIO DI TUTELA DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE PROSECCO DOCG, LUCA ZAIA, PROSECCO, PROSEK, VINITALY, Italia
Il Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia (ph: Ennevi)

A “Vinitaly 2022” il Prosecco “gioca in casa” e il ritorno in presenza del più importante appuntamento enoico italiano si è rivelato un “assist” per fare il punto della situazione, con una Denominazione forte dal punto di vista dei numeri ma che costretta a difendersi dal caso “Prosek”, la menzione tradizionale per il vino che la Croazia vorrebbe veder riconosciuta e contestata invece dall’Italia, patria del Prosecco, ormai lo spumante italiano più famoso del mondo ed il più consumato in assoluto. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è intervenuto alla presentazione del Rapporto economico del Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia (Cirve) alla Regione del Veneto, per ribadire come “il Prosecco - ha spiegato Zaia - non è un pozzo, ma un’agricoltura eroica che ha i riflettori puntati anche grazie al contributo del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, che ha saputo diffondere la conoscenza di un prodotto che rappresenta un’eccellenza del Veneto”.
“Con 104 milioni di bottiglie, oltre 620 milioni di fatturato pari a un +18% rispetto al 2020 - ha detto il Governatore Zaia - possiamo parlare di un traguardo storico raggiunto dalla Denominazione, che premia il lavoro e l’impegno delle aziende del territorio, nonostante lo shock della pandemia. Non si può parlare di sfruttamento del territorio se consideriamo che il 50% del territorio è a bosco. Il Prosecco è l’emblema di una viticoltura eroica: bisogna essere orgogliosi dei nostri imprenditori, ambasciatori di un bene e di un territorio Patrimonio dell’Umanità”.
Un patrimonio che contribuisce al valore e all’identità di un territorio e per questo va salvaguardato. Anche con prese di posizioni nette se ce ne fosse bisogno. “Sta a noi - ha continuato Zaia - difendere questo bene e questo nome. Abbiamo la riserva del nome, un decreto del 2009 riconosciuto dall’Europa, c’è una storia, c’è un dossier e Prosek è anche il nome inciso su una antica cartina geografica. Per me carta canta. Questa è la nostra partita e dobbiamo andare all’attacco fronteggiando i nostri avversari citandoli per danni. Rovesciamo la visione, facciamo togliere quel nome dalle etichette croate, altrimenti dovremmo affrontare nuovi attacchi ai prodotti made in Italy, come il caso del dossier sull’aceto balsamico, depositato dalla Slovenia. Non si tratta di un nome generico di prodotto, ma di un brand che sta subendo l’ennesima operazione illegittima, in contrasto con i regolamenti comunitari che tutelano Dop e Igp e disciplinano etichettatura e informazione al consumatore”.

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