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VINO & ANNIVERSARI

Il rilancio di Montefalco, grazie al Sagrantino, paradigma dell’Italia che riparte post-pandemia

Artefice della rinascita di uno dei vini più famosi Caprai celebra 50 anni guardando al futuro (con Aldo Bonomi, Vittorio Sgarbi e Cristiana Perrella)

“Max Weber sosteneva che la proprietà obbliga, e la storia di Arnaldo Caprai racconta di un uomo che si è sentito obbligato a restituire, in primis con il museo d’impresa dei tessuti, patrimonio europeo. Ma il sentimento di obbligo in tempi moderni cambia: non è più la proprietà che obbliga, è l’innovazione che obbliga. E qui entra in campo il politologo americano Robert Putnam con la sua teoria sulle virtù civiche: Putnam osserva come il capitale sociale rechi in sé il senso della “virtù civica” ampliandone la portata, mentre non è possibile affermare in contrario, perché una società di individui molto virtuosi ma isolati non necessariamente è una società ricca di capitale sociale. La virtù civica inscritta all’interno di relazioni sociali reciproche trova il suo più compiuto sviluppo. In questo senso il capitale sociale si identifica con quei requisiti culturali, insiti nella struttura delle relazioni, nei valori e nelle norme, che favoriscono un ordine sociale contraddistinto dalla generale cooperazione per il bene pubblico. L’economia non predice l’impegno civico ma è l’impegno civico a predire l’economia e anche meglio dell’economia stessa. E in questa frase si inserisce anche l’importanza dello scheletro contadino che produce mantenimento del territorio, cosa che a sua volta produce bellezza e quindi turismo e cultura, e che è rappresentato da Caprai”. Lo ha detto il sociologo Aldo Bonomi, fondatore di Aaster, nei 50 anni della cantina Arnaldo Caprai, celebrati nei giorni scorsi al Museo Francescano di Montefalco, con una “special edition” di Montefalco Sagrantino Cinquant’Anni Docg 2016 con una preziosa etichetta da collezione in oro zecchino dell’artista di fama internazionale Paolo Canevari, ed attraverso un dialogo con importanti personalità come il critico d’arte Vittorio Sgarbi, Cristiana Perrella, storica dell’arte e curatrice, e il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Al centro, il territorio, l’impresa, la green society, la cultura, il turismo e l’arte, “cuciti” insieme dalla storia imprenditoriale di Arnaldo e Marco Caprai, imprenditori nei settori tessile ed enologico, che è anche quella del rilancio di un intero territorio, come Montefalco, grazie ad un vino antico, il Sagrantino, simbolo dell’Umbria che rischiava di scomparire, e oggi alla ribalta internazionale, e che diventa un paradigma per il futuro dell’Italia che riparte post-pandemia.
Un futuro in cui, secondo Bonomi “sicuramente ci sarà la crisi ecologica. Ed è qui che tornano nuovamente le virtù civiche, che in Umbria ci sono molto più che in altre Regioni d’Italia e d’Europa, terra di Santi e di Sagrantino che ha molto da insegnare”. E che è la terra in cui anche Caprai ha scritto mezzo secolo di storia, un traguardo non scontato, “soprattutto per chi, come noi non si è mai fermato ai confini della nostra azienda agricola - ha sottolineato Marco Caprai - ma siamo sempre andati oltre, pensando a territorio, turismo e sviluppo”. Lo hanno fatto salvando il Sagrantino dall’estinzione, vino dalla storia antichissima, creato nel Medioevo come vino da messa dai seguaci di San Francesco, le cui uve sono citate nella “Naturalis Historia” di Plinio Il Vecchio, raffigurato dal pittore rinascimentale Benozzo Gozzoli negli affreschi della Chiesa di San Francesco a Montefalco, e le cui gemme sono state salvate da Caprai dal Convento di Santa Chiara della storica città umbra, con l’Università di Milano
“La grandezza dell’arte italiana, che è incomparabile e incommensurabile, si avvicina molto alla grandezza della nostra produzione vinicola”, ha detto Vittorio Sgarbi in quello che non poteva non essere un excursus sull’arte umbra e italiana, anche contemporanea, come “la bottiglia d’artista per i cinquant’anni di Caprai che è riuscita a dare al vino l’arte e l’oro, con una metafora divina che non ci può che portare a dire che se Dio esiste è perché ha fatto il tartufo e il Sagrantino”. Vino e arte, che ha aggiunto, a WineNews, il critico , insieme alla bellezza del territorio italiano, hanno portato “al riconoscimento a Patrimonio Unesco delle colline vitate del Prosecco, prima di Giotto. E con le Langhe, Roero e Monferrato che, anche grazie alla figura del fondatore Slow Food Carlin Petrini, hanno rappresentato il primo vincolo Unesco ad un bene agricolo simbolo di un mondo contadino che un tempo era in perfetto contrasto con quello della cultura. Oggi vivono insieme, e la loro connessione è stata stabilita e celebrata dall’Unesco, ma anche da personalità come Oscar Farinetti, Brunello Cucinelli e Marco Caprai, che hanno capito che cultura ed agricoltura possono andare insieme. Il legame del Sagrantino con Benozzo Gozzoli, come quello del Prosecco con Giotto, è quello di essere il simbolo di territori fertili sia sul piano della creazione artistica che di prodotti materiali, l’una e gli altri fondamentali per la nostra vita. Nei quali dobbiamo continuare a fare quello che la tradizione indica, conservando e recuperando il nostro patrimonio artistico e culturale, e non deturpandolo”.
Per il presidente Confagricoltura Massimiliano Giansanti, “Caprai rappresenta per il mondo agricolo italiano l’avanguardia dei processi produttivi, emblema della consapevolezza, della responsabilità, dell’orgoglio di sentirsi agricoltore, della fierezza per la propria terra”. Ed i 50 anni della cantina, ha detto la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, “sono un anniversario importante non solo per l’impresa agricola umbra, ma anche per tutto il territorio e il comparto vinicolo italiano, perché se il modello di sviluppo territoriale di Montefalco è una case history studiata anche oltreoceano si deve alla lungimiranza di quest’azienda nel proporre un nuovo modo di fare impresa, al punto da far nascere intorno a sé, nel corso dei decenni, un tessuto economico florido tutto incentrato sul turismo enologico. Nell’Italia che riparte, il futuro dell’Umbria dovrebbe essere il modello dei borghi del nostro territorio”.
Per celebrare i suoi primi 50 anni la cantina ha presentato ufficialmente un’edizione limitata di Montefalco Sagrantino Docg da collezione con Paolo Canevari e realizzata dall’antica azienda fiorentina Giusto Manenti Battiloro. La foglia d’oro che diventa etichetta per il vino dei 50 anni d’attività è l’ultimo esempio di come far interagire territorio, cultura e tradizione col vino: firmata dall’artista internazionale riveste 2.400 bottiglie ispirandosi alla tavola dello “Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” di Benozzo Gozzoli, datato 1466 e conservata a Terni, nel Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Aurelio De Felice. “Le opere di Paolo Canevari sono apparentemente semplici, immediate. Immagini forti che sono la riuscita sintesi di molti riferimenti, di molti pensieri, di molta storia - ha sottolineato Cristiana Perrella - che tengono insieme un tono aulico e un tono popolare. Sono icone, nel senso che rappresentano simbolicamente significati complessi ma lo fanno dandosi con evidenza attraverso una forma che è chiara a tutti. L’etichetta del Sagrantino dei cinquant’anni di Caprai, realizzata da Canevari, ne è una dimostrazione: la sua forma minimale, essenziale, preziosa, realizzata in foglia d’oro, rimanda alla storia dell’arte, alle radici culturali profonde di un territorio che grazie a queste radici ha saputo valorizzarsi ma anche rinnovarsi e inventare per sé un futuro”.
Un “compleanno” per il quale il grande chef Gianfranco Vissani ha regalato una sua nuova ricetta: “Terra di ricerca”, piatto dedicato al cinquantesimo anniversario, composto da un raviolo di lenticchie, Parmigiano Vacche Rosse, salsa di carbonara al pepe nero e nettare di “Sagrantino 25 Anni”.

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