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VINO E CLASSIFICHE

Il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido al n. 1 della Best Italian Wine Awards 2018

Nella selezione delle migliori 50 etichette, guidata da Luca Gardini ed Andrea Grignaffini, tante etichette icona del vino italiano

Il miglior vino italiano dell’anno è il Sassicaia 2015 della Tenuta Sanguido, etichetta icona del Belpaese enoico, seguito sul podio dal altri must come il Barbaresco Asili Vecchie Viti 2012 di Roagna, e dal Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2013 di Casanova di Neri: ecco il verdetto dei Best Italian Wine Awards, secondo la giuria guidata da Luca Gardini e Andrea Grignaffini, insieme a Luciano Ferraro, capo redattore del Corriere della Sera e firma della rubrica Corriere DiVini (che ha anticipato la notizia, la presentazione ufficiale il 17 settembre a Milano, ndr), “Doctor Wine” Daniele Cernilli, Antonio Paolini, coordinatore guide food Gambero Rosso e firma di alcune fra le maggiori testate di settore, Pier Bergonzi, vice direttore de La Gazzetta dello Sport, fondatore della rubrica “Gazza Golosa”, il sommelier Marco Tonelli e nomi di rilievo a livello internazionale, come Kenichi Ohashi, l’unico Master of Wine giapponese, Amaya Cervera (Spagna), fondatrice del sito internet spanishwinelover.com e wine journalist con un’esperienza di oltre 15 anni, il wine writer e Master of Wine inglese Tim Atkin, e la Master of Wine ed wine educator americana Christy Canterbury, oltre alle new entry Lu Yang, primo Master Sommelier di Cina, e Othmar Kiem per l’Italia di Falstaff.
Una classifica che tocca praticamente tutte le Regioni del Belpaese, e che nei migliori 50 conta delle vere e proprie etichette simbolo del vino italiano e dei loro territori, dal Trebbiano d’Abruzzo 2014 di Valentini al Grattamacco 2015 di Grattamacco (la cantina bolgherese del Gruppo ColleMassari di Claudio Tipa), dallo Sfursat 5 stelle 2015 di Nino Negri (Gruppo Italiano Vini), al Galatrona 2014 di Petrolo, dal Nobile di Montepulciano Asinone 2015 di Poliziano al Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2013 de Il Marroneto, al Franciacorta Anna Maria Clementi 2008 di Cà del Bosco, dal Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Vecchie Vigne 2016 di Umani Ronchi al Furore Bianco Fiorduva 2016 di Marisa Cuomo, dal Vecchio Sampieri di Marco de Bartoli al Soave Contrada Salvarenza Vecchie Vigne 2015 di Gini, dal A’ Puddara Etna Bianco 2016 di Tenuta di Fessina al Terlaner Primo Gran Cuvée 2015 di Cantina di Terlano, passando per i tanti Barolo: dal Monprivato 2013 di Giuseppe Mascarello al Riserva 1752 Cannubi 2010 di Damilano, dal Cerequio 2013 di Michele Chiarlo all’Ornato 2014 di Pio Cesare, solo per citarne alcuni.

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