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RICERCA

Il sequenziamento del DNA del Mgaloblishvili per carpire i segreti del vitigno georgiano

Il progetto dell’Università di Milano vince il concorso DNA-Day di KeyGene: nei geni la resistenza alle malattie della vite, compresa la peronospora

Il futuro della vite arriva da dove tutto ha avuto inizio, ossia il primo luogo di domesticazione della Vitis vinifera, che corrisponde all’attuale Georgia. Qui, nel Caucaso, esiste un vitigno che possiamo considerare il Sacro Graal della viticoltura contemporanea, una varietà resistente alle malattie e capace di adattarsi ai cambiamenti climatici. Si chiama Vitis vinifera Mgaloblishvili ed è da anni al centro di una ricerca dell’Università Statale di Milano che, già nel 2018, aveva dimostrato che il germoplasma della vite di provenienza georgiana possiede caratteristiche uniche in termini di resistenza alle malattie e in particolare a quella più dannosa per la vite, la peronospora.

Adesso, la ricerca condotta da Silvia Toffolatti e Gabriella De Lorenzis, ricercatrici del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali (DiSAA) dell’Università Statale, con la collaborazione di ricercatori del Dipartimento di Bioscienze, degli studiosi della Fondazione Edmund Mach (FEM) di San Michele all’Adige (TN) e di David Maghradze, ricercatore dello Scientific Research Center of Agriculture e della Faculty of Agricultural Sciences and Biosystems Engineering della Georgian Technical University di Tbilisi, fa un altro passo avanti.

Il progetto di sequenziamento del genoma del Mgaloblishvili curato da Valentina Ricciardi, dottoranda al dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, è infatti il vincitore del concorso DNA-Day di KeyGene. Gli scienziati di KeyGene isoleranno il Dna di alta qualità e ad alto peso molecolare del Mgaloblishvili, da utilizzare per il sequenziamento a lettura lunga del genoma. Una volta ottenuta la sequenza genomica del vitigno Mgaloblishvili, sarà possibile individuare più rapidamente geni in grado di contribuire alla resistenza alla peronospora, riducendo così il ricorso a fungicidi per proteggere le viti da questa grave malattia.

“La Mgaloblishvili è una varietà di Vitis vinifera originaria della Georgia, nel Caucaso, luogo della domesticazione della vite. È nota per la resistenza alle malattie. Abbiamo scelto il progetto di Valentina Ricciardi per la rilevanza sociale di questa varietà e per l’interesse scientifico dello studio”, commenta Dick Roelofs, team leader DNA Innovations di KeyGene nei Paesi Bassi.

“La Mgaloblishvili è la prima varietà di Vitis vinifera che abbia dimostrato una resistenza contro l’agente patogeno di importazione americana all’origine della peronospora nei vitigni europei. La cultivar georgiana ha un meccanismo di resistenza unico, basato sul riconoscimento dei patogeni, sulla via di trasduzione del segnale dell’etilene e su difese sia strutturali che chimiche”, spiega Gabriella De Lorenzis, responsabile del progetto di Ricciardi. “Sono già stati individuati diversi geni correlati alla resistenza, sia i tradizionali geni di resistenza, sia i cosiddetti geni di suscettibilità. Una migliore conoscenza del genoma di questa varietà rappresenta quindi uno sviluppo molto promettente”, aggiunge Valentina Ricciardi, illustrando le proprietà molecolari della varietà Mgaloblishvili.

In passato è stato sequenziato e pubblicato l’intero genoma del Pinot Nero, e ora De Lorenzis e Ricciardi sperano che l’isolamento del DNA di alta qualità e ad alto peso molecolare eseguito dagli scienziati KeyGene consentirà di costruire più rapidamente l’intero genoma della varietà Mgaloblishvili. “Sarà così molto più facile identificare differenze genetiche cruciali fra la Mgaloblishvili georgiana e altre varietà. Pensiamo a differenze coinvolte nella resistenza alle malattie e nello sviluppo di altre importanti caratteristiche. Avremo modo di comprendere e decifrare meglio questa straordinaria riserva di variabilità genetica, mettendo preziose risorse a disposizione di scienziati e allevatori”, riprende Valentina Ricciardi. Le scoperte sul genoma della Mgaloblishvili, unite ai risultati di precedenti ricerche del team di Milano consentiranno di approfondire i meccanismi alla base delle caratteristiche di resistenza. “Vogliamo contribuire a rendere più sostenibile e redditizia la coltivazione della vite, cui dobbiamo una delle bevande più amate da molti di noi”, conclude De Lorenzis.

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