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LA CURIOSITÀ

Il “Sol Levante” splende sul Soave, che conquista calici e social del Giappone, in controtendenza

Nel mercato asiatico più maturo per il vino italiano, nel complesso, export a -17,5% nei primi 7 mesi 2020 (sul 2019, dati Istat)
GIAPPONE, SOAVE, vino, Mondo
Il “Sol Levante” splende sul Soave, che conquista calici e social del Giappone, in controtendenza

Il Giappone, come tanti altri mercati del vino mondiale, cerca di resistere alla crisi Covid. Un Paese che resta importante per il vino italiano, visto che tra i mercati asiatici è senza dubbio uno dei più maturi in tema di conoscenza enoica, e con valori da non sottovalutare: nei primi 7 mesi 2020, secondo i dati Istat, ha portato nelle casse delle cantine del Belpaese 90,9 milioni di euro (dato in calo del 17,5% sui 110,2 dei primi 7 mesi del 2019, ndr). Eppure, nel Paese del Sol Levante, c'è chi spopola nel calice e nei social come il Soave.
In un solo mese, con la campagna “Soave by the Glass” n. 8 by Consorzio del Vino Soave, assieme all’Agenzia Well Com e SoloItalia, guidata da Shigeru Hayashi, in 400 locali del Paese, da Osaka a Nagoya, da Tokyo all’isola di Hokkaido, sono state vendute oltre 10.000 bottiglie dei 16 produttori protagonisti. Nomi come Cantina di Soave, Cantina di Monteforte, Cantina del Castello, Cantina di Negrar, Canoso, Corte Adami, GianniTessari, Inama, Montetondo, Corte Mainente, Corte Moschina, Fattori, Tenuta Sant'Antonio, Ilatium, Le Battistelle, Gini.

Una vera e propria sfida raccolta dal Consorzio del Soave, in un anno difficile e in un periodo in cui i ristoranti giapponesi stavano concentrando la propria attività sul takeaway. Ma proprio da loro è arrivato l’appoggio alla campagna, con micro-eventi, post sui social, gadget creati, videoconferenze con le aziende per presentare il vino. Un coinvolgimento corale e collettivo che ha portato al successo l’intera attività.
Tra i locali, come ogni anno, sono stati premiati i migliori, quelli che anno venduto più bottiglie, divisi in più categorie, che sono Latteria Porcini e Aracarte 13 ad Osaka, Pecora a Fukuoka, Nord a Kyoto.
“Quando abbiamo letto i dati, abbiamo provato un misto di orgoglio e commozione - dice Sandro Gini, presidente del Consorzio del Soave - una fiducia, quella di avere voluto proseguire nella campagna anche in questo 2020, che ci è stata restituita in una forma che non immaginavamo. Voglio esprimere particolare gratitudine al lavoro di Shigeru Hayashi e di Mayumi Watanabe che hanno affrontato tutte le difficoltà e hanno ottenuto un risultato straordinario. E un ringraziamento a tutti i ristoratori partecipanti per il loro entusiasmo e coinvolgimento. Torneremo in Giappone il prossimo anno con ancora più energia”.
Il Soave è stato, inoltre, chiamato a partecipare ad un webinar on line, organizzato dalla Fao, in collaborazione con la United Nations University a Tokyo, il 6 novembre 2020 (http://ouik.unu.edu/en/events/3478), dedicato alle strategie messe in atto dai siti Giahs per contrastare gli effetti negativi sull’agricoltura dovuti alla pandemia di Covid-19.
Questo momento storico ha evidenziato la criticità del rapporto tra le persone e la natura e ha sottolineato l'urgenza di rivedere e reinventare i modi in cui utilizziamo le risorse naturali, compreso il modo in cui produciamo il nostro cibo. Oggi, ci sono 63 Giahs designati in 22 paesi in cui le comunità locali continuano a ereditare ed esemplificare gli approcci sostenibili dell'agricoltura tradizionale e il Soave è forse uno degli esempi in grado di coniugare un’agricoltura legata al territorio con un successo commerciale in continua evoluzione.

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