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IL PERSONAGGIO

Il suo libro “My Way” è già tra i “best seller” di cucina: Francesco Aquila si racconta a WineNews

Il vincitore di MasterChef (e follower WineNews): “vorrei un ristorante in ogni Regione. Solo vini italiani. Voglio spingere il made in Italy”

La ristorazione l’ha scoperta da ragazzo, come tanti, per necessità, come lavoro, iniziando a pelare patate ed a pulire i bicchieri. Poi è diventata anche passione, un mestiere fatto soprattutto in sala, ma anche dietro la cattedra come insegnante di scuola alberghiera. E poi ai fornelli, in un percorso nuovo, che inizia ora, per Francesco Aquila. Maitre, sommelier e vincitore di MasterChef n. 10 (il cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW) , ed il cui libro, “My Way. Zio Bricco che ricette!” (edito da Baldini+Castoldi, già alla terza ristampa), è già tra i best seller di cucina.
Pugliese di origine, trapiantato in Romagna, Aquila è anche un grande appassionato di vino (e follower sui social di Winenews, da tempi non sospetti), e ha le idee su molti aspetti, e soprattutto grandi sogni, come “quello di avere un ristorante in ogni Regione d’Italia, e con vini solo italiani, perchè io voglio spingere il made in Italy”, confessa a WineNews. I suoi territori del cuore? “I colli della Romagna, dove andiamo con gli studenti quando facciamo le uscite, e la Toscana, che è davvero affascinante, dal Chianti a Montalcino, territorio che ho visitato poco prima che tutto si fermasse per la pandemia, dove ho passato quattro giorni a visitare cantine”.

“Nel mio libro - aggiunge Aquila - racconto un po’ la mia vita, anche le batoste. Io sono un sognatore, mi piace sognare in grande. Il vino lo paragono molto alla cucina: con lo studio, la passione e la creatività non ci sono limiti”. Interessante il suo punto di vista sul mondo della ristorazione e dell’enogastronomia, che “frequenta” da tempo, e quello dei media, in cui è entrato da poco. “Gli chef che oggi sono famosi e vanno i tv, possono farlo perchè si sono fatti il mazzo prima, c’è un lavoro vero dietro. Anche grazie alla tv, ai talent e alle trasmissioni di cucina, negli ultimi anni c’è stato un boom di iscrizioni alle scuole alberghiere, ma tutte sul fonte della cucina. Ancora molti pensano che la cucina in un ristorante sia il 100%, ed il resto viene dopo, ma non è così. Il nostro mestiere, quello dell’ospitalità, va da quando si accoglie l’ospite alla porta a quando si riaccompagna fuori. Per questo la sala conta almeno quanto la cucina”.

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