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IL “TALENTO” DI OGNI VINO ITALIANO: MAURIZIO DI ROBILANT; UNO DEGLI UOMINI PIU’ IMPORTANTI DELLA COMUNICAZIONE ITALIANA, LANCIA UN APPELLO ALLE ISTITUZIONI PER VALORIZZARE LA SPECIFICITÀ DI OGNI PRODOTTO ANCHE NELL’IMMAGINE

Italia
Maurizio Di Robilant

Maurizio di Robilant ha le idee chiare. E lancia un invito al Ministro delle Politiche Agricole perché “si faccia promotore di una campagna di valorizzazione del prodotto vitivinicolo italiano, attraverso una tassazione dei contributi indirizzati ai vari consorzi, con la quale si potrebbe formare un fondo per la comunicazione del vino italiano nel mondo”. Secondo di Robilant, oggi è necessario “un coinvolgimento delle istituzioni, le quali dovrebbero investire in un progetto complessivo di comunicazione con l’obiettivo di trasferire ai mercati esteri la ricchezza della nostra offerta, che viene spesso vissuta come un elemento di debolezza”.

Basandosi sulla sua lunga esperienza, Robilant denuncia uno dei principali “mali” dei produttori vinicoli italiani: non hanno ancora una corretta consapevolezza dell’importanza delle strategie legate alla marca e non sfruttano appieno le potenzialità di valorizzazione della ricchissima varietà vitivinicola della Penisola. Pur prestando attenzione al design come forma di comunicazione commerciale, l’immagine nel suo complesso non è ancorata a sufficienza ad una chiara visione del posizionamento e dei contenuti della marca, ed anziché contribuire a rendere unica ogni cantina sulla base delle proprie specificità viene troppo spesso ricondotta sul piano opposto dell’omologazione e della spersonalizzazione.

Per Robilant “comunicazione” è cosa diversa da “pubblicità”, perché significa trasmettere non solo un nome, ma anche e soprattutto l’espressione del “Talento” - con la maiuscola, come lo chiama la RobilantAssociati, una delle aziende leader in Italia di Brand Advisory e Strategic Design - come caratteristica immateriale tipica di ogni vino, per portarlo così ad essere il principio guida per la relazione di ogni Cantina con il mercato. Insomma, una strategia per uscire non solo dalla crisi congiunturale, ma anche quella dalle caratteristiche sempre più strutturali dell’enologia italiana, quella dell’internazionalizzazione dei prodotti.

Nel workshop, nei giorni passati, a Milano, dal titolo “L’espressione del Talento. Come trasformare, attraverso la Marca, l’unicità di una Cantina in un valore per il mercato”, la RobilantAssociati ha aperto un confronto su come promuovere il patrimonio vitivinicolo italiano attraverso la valorizzazione della marca, tenuto conto che nel 2008 l’Italia - con 46,3 milioni di ettolitri di vino prodotti - ha superato la Francia, diventando il primo produttore internazionale di vino. Ora bisogna far capire al mondo che il nostro Paese non fa solo “tanto” vino, ma anche “tanti” vini. Ognuno con una propria storia e una propria anima.

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