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IL DIBATTITO

“Il vino fa parte dei piaceri della vita, perché privarsene?”. Parola del luminare David Khayat

Fa discutere il pensiero (ed il nuovo libro, “Arrêtez de Vous Priver”) del medico francese, già guida dell’“Institute National du Cancer”
DAVID KHAYAT, SALUTE, vino, Mondo
“Il vino fa parte dei piaceri della vita, perché privarsene?”. Parola del luminare David Khayat

Privarsi di un buon calice di vino o di una fetta di prosciutto è davvero necessario per stare tranquilli con la propria salute? Un tema annoso, non privo di polemiche e divisioni, basti pensare alla recente proposta della Commissione Europea sugli avvisi in etichetta da mettere su prodotti quali vino e carni, proprio come avviene sui tabacchi. Ma che non trova consensi unanimi nemmeno tra i medici, compreso un luminare come David Khayat, oncologo francese di fama mondiale e già presidente dell’“Institute National du Cancer”, che come si legge nel sito specializzato “The Drink Business”, sta diffondendo il messaggio che le persone dovrebbero concedersi “alcuni piccoli eccessi, senza sentirsi colpevoli”. Messaggio alla base dell’ultimo libro di Khayat, “Arrêtez de Vous Priver” (Smettete di privarvi) e il suo punto di vista è chiaro anche se sta già facendo discutere. Secondo lo specialista, la costante negazione promulgata da organizzazioni, Governi e alcuni medici è in realtà dannosa per la mente mentre fa poca differenza per il corpo. In un’intervista con Adam Sage del “Times”, Khayat dice che i rischi per la salute derivanti dal consumo di cibi sovente nel mirino, è il caso di patatine, carne e alcol vengono “gonfiati” da alcuni dottori che, aggiunge, sono desiderosi di imporre la loro visione “igienista” della società. Notizia che arriva, per altro, a pochi giorni dalla presentazione del programma della Commissione Ue per la lotta al cancro, che ha aperto il dibattito su diversi punti critici anche per il mondo del vino, come già riportato da WineNews.
La “crociata agli eccessi” trova dunque una autorevole voce fuori dal coro con Khayat che si è mostrato critico nei confronti dell’approccio “dogmatico” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità respingendo la sua guida sui rischi, dalle sigarette elettroniche alla carne lavorata. In tal senso viene citato un esempio, ovvero che il consumo di 50 grammi di carne lavorata al giorno aumenta il rischio di cancro al colon-retto del 18%.
Sempre al “Times”, Khayat ha dichiarato che “ti dicono che l’aumento del rischio è del 18%, ma non ti dicono qual è il tuo rischio in primo luogo. In realtà, è del 2%. Quindi, se ti ingozzi di prosciutto, il tuo rischio passa dal 2% a poco più del 2%. Vale la pena privarsi di una fetta di prosciutto per questo?”. Da qui il suggerimento di seguire la filosofia di Epicuro, che raccomandava di godere di piaceri modesti per la tranquillità della mente.
In sostanza, Khayat dice che la gente “ha bisogno di equilibrio” e, dopo aver raccomandato di bere vino e fare sesso, dice che “la vita senza piacere non ha senso”. Per Khayat, che ha sviluppato il primo programma nazionale francese sul cancro, l’imposizione di certi “diktat” sono ingiustificati e minano l’autostima. In un Paese, come la Francia, dalla storica cultura enogastronomica e che sullo stile di vita ha fatto scuola, il parere di Khayat ha trovato ampi consensi. Mentre i suoi commenti hanno generato, infatti, “un feroce dibattito pubblico”, secondo il “Times”, Oltralpe l’accoglienza è stata ben diversa, con il quotidiano “Le Figaro” che ha lodato il suo “messaggio positivo e liberatorio”.

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