Utilizzare anche per le bevande alcoliche, tutte, vino incluso, il già discusso e criticato “nutriscore” alla francese pensato per indicare con etichette a “semaforo” la salubrità o meno degli alimenti in base al loro contenuto, e a non alla quantità consigliata per il consumo. Che dunque, anche per il vino, che contiene alcol, seppur in parte decisamente minoritaria rispetto alla sua composizione totale, e anche in maniera nettamente inferiore ad altri alcolici, vorrebbe dire “bollino nero”. È l’idea rilanciata, dalla Francia, altra patria nobile del vino, come l’Italia, Serge Hercberg, professore di Nutrizione alla Facoltà di Medicina dell’Université Sorbonne Paris Nord, e tra degli ideatori del sistema di etichettatura Nutriscore, che, riporta la Confagricoltura, ha proposto di “bollare”, di fatto, come pericolose per la salute tutte le bevande alcooliche anche se la presenza di alcool è ridotta”.
Anche se si tratta solo di una proposta o di un’opinione, va detto, è un ulteriore elemento di preoccupazione per il settore enoico, già in fibrillazione da tempo in vista del 14 febbraio, giorno in cui, in plenaria, mentre in tanti brinderanno a San Valentino celebrando l’amore con un buon calice, in Ue si voterà sulla risoluzione della Commissione Beca sul Beating Cancer Plan, che in un passaggio equipara consumo e abuso di alcol, senza distinzioni, nella speranza per il settore che passi almeno l’emendamento sostenuto dai tre gruppi principali del Parlamento Ue (Ppe, Socialists & Democrats e Renew, ndr), sperando che possa trovare ampia convergenza a Strasburgo, con cui vorremmo introdurre il concetto di “harmful consumption” (consumo dannoso) che distingue l’uso dall’abuso”, come spiega, a WineNews, dall’euro deputato Paolo De Casto (https://winenews.it/it/de-castro-tra-promozione-cancer-plan-indicazioni-geografiche-ed-etichettatura_460782/).
Intanto, però, “l’affair nutriscore” da applicare al vino, nelle ore scorse, ha provocato la reazione italiana, a partire del sottosegretario alle Politiche Agricole con delega al vino, Gian Marco Centinaio, che ha chiamato in causa lo stesso presidente francese Macron, che ha più volte dichiarato la sua passione per il vino e la sua vicinanza ad un settore che per la Francia, così come avviene in Italia, rappresenta molto da un punti di vista culturale ed identitario, oltre che economico: “vorrei sapere cosa pensa Macron dell’ultima proposta lanciata dagli ideatori del Nutriscore, che adesso suggeriscono di mettere addirittura una “F nera” a tutte le bevande che contengono una quantità anche minima di alcool. Il presidente francese è d’accordo? Neanche un mese fa - ha detto il Sottosegretario, il cui intervento è stato ripreso anche da uno dei più importanti giornali di Francia, ovvero “Le Figaro” - proprio Macron ha firmato un lungo elogio del vino, definendolo parte integrante dell’essere francesi e inscindibile dalla loro arte di vivere. Il Capo dell’Eliseo ha anche ricordato come sia centrale nell’economia con 500.000 posti di lavoro diretti e indiretti legati alla filiera e che i francesi oggi bevono meno ma meglio. Siamo davanti all’ennesima follia di un’etichetta che già promuove cibi ultra processati, penalizzando invece alimenti naturali e salutari come l’olio Evo, o eccellenze dei territori come i prodotti a denominazione d’origine, senza tenere in considerazione le quantità consumate. Il vino, in Francia così come per noi, è espressione di cultura e dei territori, è parte della Dieta Mediterranea, riconosciuta patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco oltre che una voce importante dell’economia italiana che nel 2021 ha fatto registrare cifre da record, superando i 7 miliardi di euro di export. Va promosso un consumo moderato e consapevole, non discriminato in modo ottuso un intero settore”, ha concluso Centinaio.
Ancora più dura la reazione della Confagricoltura, guidata da Massimiliano Giansanti: “ora abbiamo veramente superato ogni limite. Serve un chiarimento a livello politico considerato che il logo Nutriscore è nella titolarità dell’Agenzia Nazionale della Sanità Pubblica francese. Il limite più evidente del sistema Nutriscore è quello di classificare gli alimenti sulla base di un algoritmo che ignora completamente le quantità che sono normalmente consumate - sottolinea Giansanti - nel caso specifico dei vini non si fa alcun riferimento alla differenza che passa tra abuso e consumo moderato. La contrapposizione tra Nutriscore e Dieta Mediterranea è evidente e insanabile, e non a caso la nostra posizione è pienamente condivisa dai produttori di olio d’oliva in Spagna e da quelli di formaggi in Francia. Se non fossero toccati i legittimi interessi dei prodotti del made in Italy agroalimentare sempre più apprezzati dai consumatori a livello mondiale, si potrebbe replicare suggerendo al professor Hercberg di rivedere la sua proposta dopo avere bevuto un buon bicchiere di vino. Ovviamente italiano”, conclude il presidente di Confagricoltura.
Sulla stessa linea di pensiero e sugli stessi toni anche Coldiretti, che dice “no al bollino nero sulle bottiglie di vino”, bocciando la proposta di Serge Hercberg di aggiungere alla serie di colori e lettere una “F” nera su tutte le bevande alcoliche indipendentemente dalla gradazione al fine di evidenziarne la pericolosità per la salute. La proposta, osserva l’organizzazione agricola, “mette in pericolo anche il sistema produttivo di qualità del made in Italy, con l’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale. Secondo la Coldiretti, “è del tutto improprio assimilare l’abuso di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. Quella di Hercberg è una conferma di quanto possa essere fuorviante l’etichetta nutriscore", che si concentra su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) senza tenere conto delle porzioni”.
“Gli ideatori del Nutriscore hanno proposto che tutte le bevande alcoliche siano contrassegnate da una F nera riservata esclusivamente alle bevande che contengono anche piccole quantità di alcol. Infatti, le bevande alcoliche che contengono più dell’1,2% di alcol non sono attualmente interessate dal Nutriscore a causa della regolamentazione europea (articolo 16.4 del Regolamento europeo Inco, che le esclude dalla dichiarazione nutrizionale). Per informare i consumatori, tutte le bevande alcoliche dovrebbero essere etichettate con la quantità di alcol e zucchero in grammi, il numero di calorie e un NutriScore F nero per le bevande che contengono anche piccole quantità di alcol”, aveva scritto nei giorni scorsi su Twitter Serge Hercberg, scatenando le polemiche. E rispondendo, poi, così, alla protesta da parte italiana: “le lobby si stanno svegliando oggi contro una proposta fatta dagli scienziati già nel dicembre 2018 per estendere il NutriScore a tutte le bevande alcoliche. Si preoccupano del calendario europeo per la scelta di un logo unico obbligatorio per l’Europa nel 2022?”. Una partita, insomma, tutt’altro che chiusa, e dall’esito che non appare per nulla scontato.
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