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“VINITALY 2022”

Il vino italiano è un’irripetibile “tavolozza dei colori” con le diverse sfumature dell’arcobaleno

Dal giallo del Verdicchio al rosa del Chiaretto, al rosso del Brunello di Montalcino. Coldiretti: vale 13 miliardi di fatturato record nel 2021
Coldiretti, COLORI, EXPORT, FATTURATO, VINITALY, Italia
“Vinitaly 2022”: in Coldiretti la “tavolozza dei colori” del vino italiano

Il vino italiano è un’irripetibile “tavolozza dei colori” con le diverse sfumature dell’arcobaleno: dal giallo scarico tendente al verdolino che caratterizza il Soave Classico Doc al giallo verdolino con riflessi dorati del Gavi Docg. Più tenue il giallo paglierino che, con diverse sfumature che vanno dal chiaro all’intenso, si trova dall’Orvieto Classico Doc al Fiano di Avellino Docg, dal Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc fino al Vermentino di Sardegna Doc. Il giallo oro o il giallo dorato brillante contraddistinguono altri bianchi importanti il Cinque Terre Doc o la Falanghina del Sannio Doc, mentre nella versione ambrata lo troviamo nel Passito di Pantelleria Doc, al giallo ramato del Marsala Doc. È un rosa tenue, invece, a distinguere il Cirò Rosato Doc, che diventa pesca nel Terre Siciliane Igt e chiaretto nel Bardolino Chiaretto Doc, mentre ricorda la buccia di cipolla il colore del Salento Negroamaro Rosato Doc. Ma è ampia anche la varietà cromatica dei vini rossi, dal rosso scarico del Rossese di Dolceacqua Doc al rubino scarico del Barbaresco Docg, al rubino dai riflessi violacei della Lacrima di Morro d’Alba Doc, a quello dai riflessi aranciati dell’Alto Adige Südtirol Pinot Nero Doc. Ma ci sono anche il rosso aranciato della Bonarda dell’Oltrepo’ Pavese Doc, il rosso ciliegia del Morellino di Scansano Docg, il rosso porpora del Chianti Docg, il rosso mogano del Cesanese del Piglio Docg, il rosso scuro del Montepulciano d’Abruzzo Doc, fino al rosso granato del Brunello di Montalcino Docg. Se questa è l’immagine della bellezza e della ricchezza della grande biodiversità del vino italiano, dalla quale nascono le più prestigiose bottiglie del vino made in Italy di qualità, grazie all’impegno di 310.000 aziende, raccontata a “Vinitaly 2022” da Coldiretti, a testimoniare l’importanza che il settore ha per l’Italia sono i numeri su dati Istat: con 13 miliardi di euro raggiunti nel 2021, è record storico per il fatturato del vino italiano, per effetto del balzo dell’export e dell’aumento in valore dei consumi interni.
A trainare il fatturato del vino è soprattutto l’aumento a doppia cifra delle esportazioni con gli acquisti di bottiglie made in Italy in tutto il mondo che sono cresciute del 12% nel 2021 raggiungendo quota 7,1 miliardi di euro, ma ad aumentare sono anche gli acquisti familiari, con un incremento del 2,1% nella distribuzione commerciale, secondo l’analisi Coldiretti su dati Iri, mentre il resto viene dalla ristorazione con un importante impatto del turismo, pur se con le difficoltà causate dalle restrizioni imposte dalla pandemia.
Le bottiglie made in Italy sono per il 70% Docg, Doc e Igt con 332 vini a Denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia, mentre solo il restante 30% sono vini da tavola. Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende. L’Italia è leader mondiale della produzione di vino davanti a Francia e Spagna, i due principali competitor a livello internazionale, con una produzione che ha sfiorato i 48,2 milioni di ettolitri, secondo le previsioni del Ministero delle Politiche Agricole e Commissione Europea.
Ma dal “Vigneto Italia” nascono anche opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio. L’esercito del vino spazia dai viticoltori agli addetti nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi). “Il profondo rinnovamento in atto sul Vigneto Italia conferma la vitalità di un’agricoltura che ha fatto dell’innovazione una delle armi per affermarsi sul mercato, della quale il vino rappresenta peraltro uno dei settori di punta” ha dichiarato il presidente Coldiretti Ettore Prandini, a “Vinitaly 2022”, nel sottolineare che “non a caso le scelte dei viticoltori Made in Italy incontrano sempre di più i gusti dei consumatori sul terreno della qualità e della sostenibilità”.

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