Dagli Stati Uniti al Brasile, fino alla Cina. Dopo la visita istituzionale a New York e Washington (conclusa il 1 maggio per presentare Vinitaly.Usa n. 2), Veronafiere rafforza la propria proiezione globale con altri appuntamenti all’estero, con il vino protagonista: il programma prevede, tra le altre cose (oltre alla tappa a Huston di Marmomac, già in corso), Wine South America, in questi giorni (6-7 maggio) nella città di Bento Gonçalves, per poi fare rotta sulla Cina, con Wine to Asia a Shenzhen, nella Greater Bay Area cinese, al via il 9 maggio. Appuntamenti che arrivano a poche ore dall’assemblea Veronafiere, che ha archiviato il suo bilancio migliore di sempre, con ricavi a 125,5 milioni di euro, ed ha riconfermato Federico Bricolo alla presidenza.
“Questi appuntamenti - commenta Adolfo Rebughini, dg Veronafiere - confermano il ruolo di Veronafiere come piattaforma internazionale al servizio del sistema-Paese, in grado di connettere imprese, territori e mercati strategici. Anche in un contesto globale ancora caratterizzato da sfide articolate, proseguiamo nel consolidamento dei nostri brand fieristici e nella promozione integrata del made in Italy: siamo al servizio della crescita delle imprese sui mercati domestici e internazionali, osservando attentamente le dinamiche di mercato e mettendo a loro disposizione la nostra piattaforma per facilitare l’accesso a nuove opportunità di business”.
Da oggi all’8 maggio, il vino, in particolare, è protagonista in Brasile con Wine South America-Fiera Internazionale del Vino n. 5, a Bento Gonçalves. L’evento, realizzato da Milanez & Milaneze, società del gruppo Veronafiere, vede la presenza di 430 aziende vitivinicole, cresciute del 20% sul 2023. Tra queste, triplica la partecipazione delle italiane che raggiungono quota 60, grazie anche al supporto di Agenzia Ice; debuttano, inoltre, le collettive ufficiali delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia. Organizzata nella principale regione produttrice di vini e spumanti del Brasile, Wine South America conta oltre 7.000 operatori professionali e buyer registrati, 2.000 incontri business to business già in agenda ed un fitto calendario di masterclass, degustazioni e workshop, completato da visite alle cantine della Serra Gaúcha alla scoperta delle rinomate denominazioni di origine Vale dos Vinhedos e Pinto Bandeira. Secondo l’Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly, il Mercosur è un mercato ancora piccolo, ma promettente per l’Italia: il valore generato dall’area di libero scambio del Sudamerica per il Belpaese è pari a 49 milioni di euro con una progressione delle spedizioni che ha visto una crescita media annua dal 2019 a ritmi del 5%. Il mercato più importante è ovviamente il Brasile, con 43 milioni di euro fatturati nel 2024 e una quota di oltre l’84% sul totale dell’area. Seguono Venezuela e Uruguay (5%), Paraguay (4%), e per chiudere con l’Argentina, poco sopra l’1%.
Dal 9 all’11 maggio, poi, torna Wine to Asia a Shenzhen, in Cina, organizzata da Veronafiere Asia Ltd. L’edizione n. 3, spiega la fiera veronese, registra 500 espositori da oltre 30 Paesi, consolidandosi come piattaforma di riferimento per il settore wine & spirits nel continente asiatico. Più di una semplice fiera commerciale, Wine to Asia 2025 si espande nella direzione di una piattaforma esperienziale, unendo i punti di contatto b2b e b2c con educazione professionale, approfondimenti culturali e lifestyle. In agenda, quindi, masterclass, degustazioni, forum di settore, ma anche il programma della Wine Week a Shenzhen, Guangzhou, Hong Kong, Xiamen e Zhuhai. Wine to Asia rappresenta la più grande vetrina di vini italiani nel Sud della Cina, grazie alla partecipazione di oltre 50 cantine tricolori, con il supporto di Agenzia Ice, e con partecipazioni collettive anche da Spagna, Serbia, Slovenia, Nuova Zelanda e Australia. Debutto, invece, per Bettane+Desseauve, l’autorevole istituzione francese di media e critica vinicola, così come per l’Istituto del Vino della California e per l’Associazione dei Giovani Viticoltori Cinesi negli Usa. Nella rassegna spazio anche all’olio extravergine di oliva, presentato da Sol2Expo, evento di Veronafiere dedicato agli oli vegetali. A livello di export, la Cina rappresenta un mercato che per l’export italiano vale 90 milioni di euro (dati 2024, Osservatorio del Vino Uiv-Vinitaly). La gran parte del prodotto esportato sono vini fermi confezionati (82% di share a valore), seguiti dagli sparkling (12%).
Il tutto, ovviamente, guardando al Vinitaly.Usa n. 2, a Chicago, il 5 e il 6 ottobre, nel Paese più importante per il vino italiano, sperando che, nel frattempo, si sia superata la querelle sui dazi.
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