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IL LUTTO

Il vino italiano saluta uno dei suoi grandi: si è spento questa notte, a 85 anni, Paolo Foradori

“Silenzioso pioniere dell’Alto Adige”, “padre del Pinot Nero altoatesino”, ha segnato le sorti della cantina Hofstätter e del territorio
ALTO ADIGE, HOFSTÄTTER, PAOLO FORADORI, vino, Italia
Paolo Foradori, uno dei grandi del vino italiano, pioniere in Alto Adige

Il vino italiano saluta uno dei suoi grandi: si è spento questa notte, a 85 anni, Paolo Foradori, il “silenzioso pioniere dell’Alto Adige”. Uomo di vino e di cultura, che non ha segnato solo la storia dell’azienda Hofstätter. Riconosciuto come il padre del Pinot Nero altoatesino, egli ha contribuito a scrivere la storia recente dell’enologia italiana. È stato lui ad intuire il valore del terroir di Mazon, l’altopiano in cui ancora oggi l’azienda Hofstätter produce i suoi rinomati Pinot Nero ed è sua la battaglia per l’introduzione della “Vigna” in etichetta. Sempre a lui si deve la valorizzazione del Gewürztraminer, interpretato con eleganza e inserito con tenacia nella carta dei vini dei migliori ristoranti italiani e non solo.

“Spirito d’iniziativa, voglia di fare, capacità di sperimentare, ancora oggi molti viticoltori seguono il suo pensiero all’avanguardia. Nato a Bolzano nel 1935 - ricorda la cantina oggi guidata da Martin Foradori Hofstätter - è il discendente di una famiglia di origine Trentina. Suo padre Vittorio Foradori, allora avvocato e appassionato di viticoltura, compra negli anni Trenta tre masi con terreni annessi sull’altopiano di Mazon, sopra il paese di Egna, in Alto Adige. Contrariamente all’idea del padre, che per suo figlio intravedeva la carriera in uno studio legale, Paolo Foradori decise di intraprendere la carriera enologica. La svolta arrivò nel 1959, quando Paolo Foradori sposò Sieglinde Oberhofer, discendente della nota famiglia vitivinicola Hofstätter di Termeno. Nacque così l’attuale tenuta che - cosa unica per una azienda a conduzione famigliare - possiede vigneti sull’una e sull’altra sponda della Valle dell’Adige”.

La sua vita è piena di aneddoti curiosi come questo: negli anni Cinquanta, Paolo aveva scelto di andare in Germania per formarsi e seguire la sua passione per la viticoltura. Quando fece rientro in Italia caricò sulla sua auto alcune barbatelle di Kerner nel baule per sperimentare come primo in Italia la coltivazione di questo vitigno. Quando lo fermarono alla frontiera nel mezzo di una bufera, raccontò che servivano per bloccare le ruote dell’auto perché non scivolasse sulla neve. È il ritratto di un uomo che ha saputo distinguersi per eleganza ma anche per una geniale ironia oltre che per uno spessore culturale capace di conquistare anche i più giovani. Diplomato al liceo classico, formatosi sul campo, ha saputo lasciare il segno con vini come il Vigna S.Urbano, Pinot Nero rinomato il tutto il mondo, ma soprattutto con una rara raffinatezza e un’intelligenza fuori dal comune.

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