Il vino simbolo di rinascita, anche in tempo di guerra. Storia quanto mai attuale, raccontata a suo modo da una bottiglia di Tignanello 2018, “gioiello” di Marchesi Antinori, che quest’anno festeggia i 50 anni dalla prima annata (e che è testimonial del primo restauro conservativo di Ponte Vecchio nella sua storia centenaria, uno dei simboli di Firenze e del Belpaese nel mondo, che ha resistito ad alluvioni, incendi e all’invasione nazifascista), esposta tra i grandi capolavori dell’arte, dal Ministero dell’Agricoltura a Vinitaly 2024. Una bottiglia con una storia peculiare, come raccontato, anche a WineNews, dal Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, nei giorni scorsi al Ministero a Roma quando lo abbiamo intervistato a tu per tu e ci aveva mostrato la preziosa bottiglia: “questa bottiglia di vino mi è stata regalata dal Ministro dell’Agricoltura ucraino Mykola Solskyi, come riconoscimento per l’aiuto italiano nel conflitto con la Russia. È una storia bellissima, rimasi stupito quando me la donò, non capivo il significato del gesto finché non ho guardato il video sul tablet che abbiamo messo vicino alla bottiglia: quel vino era stato tirato fuori dalla macerie di quello che restava della prima enoteca bombardata a Kiev. Il vino si è salvato e anche dal vino è rinata la speranza del popolo ucraino. Abbiamo voluto simbolicamente rappresentare la nostra solidarietà al popolo ucraino attraverso questa presenza”. Per Albiera Antinori, questo Tignanello “è davvero un simbolo di bella speranza, perché la rinascita può ripartire anche dall’agricoltura”. “Sarebbe stato così per ogni vino”, ha aggiunto Lollobrigida, ma coincidenza ha voluto che proprio quest’anno questo grande vino celebri mezzo secolo di storia.
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