In tempi in cui il calo dei consumi di vino è conclamato in tutti i Paesi produttori più importanti, quelli in cui il vino, oltre che economia, è parte integrante della cultura e dello stile di vita, fa a suo modo notizia anche che il vino torni ad essere la bevanda alcolica preferita dai francesi, con un contro sorpasso sulla birra che, invece, era in testa alle preferenze dal 2022. Lo certifica il sondaggio dell’agenzia SoWine, secondo cui, il vino fermo è la prima bevanda preferita dal 60% dei francesi, con una progressione del 5% sul 2023, seguita al secondo posto dalla birra, bevuta dal 58% della popolazione (+2%), e poi dallo Champagne (39%, +2%), davanti a cocktail (31%, +2%), sidro (22%, stabile) e spirits (21%, +1%). In particolare, emerge che il vino fermo è cresciuto di 6 punti tra i giovani tra i 18 ed i 25 anni (mentre lo Champagne ha fatto +7%), e di 14 nella fascia di età che va da 26 a 35 anni. E a livello di genere, la crescita è soprattutto tra le donne (+7%), ma si muove in positivo anche il fronte maschile (+3%). Stabile, invece, al 14%, la fascia di popolazione che non consuma alcolici, con una percentuale che sale al 23%, però, tra i 18 ed i 25 anni.
Nel consumo quotidiano, i vini bianchi dominano con il 90% dei casi (-1% sul 2021), davanti a vini rosati (87%, -4%) ed ai vini rossi (82%, -8%), confermando il trend mondiale che vede l’anima bianchista del vino aver superato quella rossista. A livello di varietà, le preferenze sono sostanzialmente stabili: domina lo Chardonnay (39%), davanti al Pinot Noir, al Merlot, al Cabernet Sauvignon, al Riesling e al Sauvignon Blanc. Tra i territori più amati, in testa rimane il trio Bordeaux, Borgogna e Champagne. E se a dispetto della crisi dei vini di fascia più bassa proprio Bordeaux è al n. 1 tanto per i consumatori più maturi che per i neofiti del vino, nel primo caso la Borgogna precede la Champagne, mentre tra chi inizia adesso ad approcciarsi al vino, le grandi bollicine francesi sono più apprezzate dei vini borgognoni.
Ma tra le curiosità, emerge anche che il 70% dei consumatori francesi, spesso dipinti come “sciovinisti” in tema enoico, ha assaggiato vini stranieri, e soprattutto italiani, nel 34% dei casi (con una crescita del 6%). Capitolo a parte, ma interessante, è quello legato al consumo delle bevande no e low alcol. Se la percentuale di chi consuma questo tipo di prodotto è sostanzialmente stabile al 28%, le bevande alcoliche più gettonate sono di gran lunga la birra (65%), seguita da cocktails e dalle versioni analcoiche degli spirtis, mentre il vino è ultimo (10%). Ancora, in tema di sostenibilità, emerge che la presenza di certificazione è ricercato soprattutto nel vino (51% dei consumatori), piuttosto che nella birra (36%) e negli spirits (35%). A livello di scelte di acquisto imbottigliato, la qualità è la cosa più importante nel 51% dei casi (+3%), seguita dal rispetto dell’ambiente (47%, +4%), mentre perde terreno l’origine del vino (34%, -3%). E restano tanti (il 48%), ma sono sempre meno (-4%), i consumatori disposti a pagare qualcosa in più per una bottiglia di vino con un qualche certificazione. Tra gli aspetti che, invece, frenano di più gli acquisti, prezzi ritenuti troppo elevati, nel 49% dei casi (+5%), e la confusione generata dalle etichette (39% dei casi, +10%). Ma più in generale, guardando al vino nella sua totalità, i prezzo resta il primo criterio di acquisto per il 54% dei consumatori (+5%), davanti al territorio o al Paese di origine (46%), +3%) e alla varietà (26%, +2%). In media, il 25% dei consumatori mette a budget fino 10 euro per l’acquisto di una bottiglia di vino (+4%), il 54% sta nella fascia tra 11 e 20 euro (-1%), ed il 22% sopra i 20 euro (-2%), che è anche la fascia più gettonata per chi cerca lo Champagne (59%, +3%).
Ultimo punto toccato dal barometro di SoWine, quello dedicato a mondo on line: dopo il picco del 46% dei consumatori che hanno comprato vino via web toccato nel 2021, in piena pandemia, ora siamo tornati al 33%. Tra coloro che comprano vino on line, il 33% lo fa direttamente sui siti dei produttori (+6%) ed il 32% su quelli delle enoteche (+6%), mentre sempre meno si rivolgono ai portali della grande distribuzione (27%, -5%). Con una spesa media che, nel 38% dei casi, è tra 31 e 50 euro a scontrino, nel 28% dei casi tra 51 e 70 euro, e nel 21% dei casi oltre i 70 euro a bottiglia, mentre la fascia meno gettonata è quella sotto i 30 euro (14%). Con al presenza di offerte e promozioni, e al qualità della selezione, che sono i criteri di scelta più importanti.
Tra le piattaforme social per informarsi e accedere al mercato digitale, infine, Facebook e Instagram restano la più importanti (26% a testa), seguita da TikTok (24%), X (17%) e Youtube (16%). Infine, ancora una curiosità, che, a suo modo, getta una luce positiva sul futuro: il 55% dei francesi, nel 2023, ha partecipato ad almeno un evento legato in qualche modo al vino. Segno di una passione che non si spegne.
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