Per quanto possa “inorridire” i puristi, il vino analcolico è una realtà - almeno commerciale - sempre più solida, di cui tenere assolutamente conto. Specie perché, secondo l’ultimo report dell’agenzia di marketing Usa Fact.MR insieme a FoodBev Media, il settore crescerà ad un tasso del +7% annuo fino al 2027 (+99% nello stesso periodo nel canale online), toccando un volume di affari complessivo di ben 10 miliardi di dollari, con il mercato dei consumi che continua a spostarsi con sempre maggiore convinzione verso prodotti salubri e, di conseguenza, senza alcol. Già, ma dove viene - e dove verrà - consumato tutto questo vino analcolico, prodotto principalmente da tre giganti del settore enoico come la californiana E & J Gallo, la francese Castel Frères e l’austrliana McGuigan? Nel 2018 il 40% dei consumi erano in Europa, ma il futuro è negli Stati Uniti, dove il tasso di crescita annuo sarà addirittura dell’8%. Un trend capace di influenzare l’industria globale del beverage, che ormai da anni, come sottolineano i ricercatori di Fact.MR, stanno rimodulando la propria offerta per rispondere alla domanda di prodotti che rispettino benessere e salute, per questo il vino analcolico sta emergendo con tanta forza. Senza dimenticare che le bevande a basso contenuto di alcol, così come quelle a basso contenuto di zucchero, godono di enormi vantaggi fiscali rispetto a quelle zuccherate ed alcoliche, con i consumi di vino che valgono solo l’11% del mercato degli alcolici in Usa, dove nel 2019, per la prima volta in 25 anni (dati Iwsr, ndr) i consumi enoici sono calati dello 0,9%.
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