È una questione di etichetta, non solo in Europa, ma anche in Australia e Nuova Zelanda, dove il vino, così come ogni altro alcolico in commercio, dovrà presto comunicare molte più informazioni di quanto non faccia oggi (seppure meno di quanto saranno presto costretti a fare i produttori di vino europei, ndr). Dal 31 luglio 2023, secondo la nuova regolamentazione dei due Paesi, ogni confezione di alcolico (sopra 1,15 gradi) messa in vendita al dettaglio dovrà riportare, sotto forma di messaggio di avvertimento o pittogramma, un’avvertenza sui pericoli del consumo di alcol per le donne in gravidanza. L’unica esclusione, e non potrebbe essere altrimenti, è per il servizio a bicchiere o in caraffa al bar o al ristorante.
Per quanto riguarda i prodotti importati, la nuova legge prevede che se l’etichetta ha già un messaggio di avviso non c’è nessun obbligo di rimuoverlo, ma ne va comunque applicato un altro, facendo coesistere i due messaggi. Sono consentiti gli adesivi, senza specifiche sul posizionamento o l’orientamento, mentre la dimensione del messaggio, il colore del testo, i caratteri e altri elementi visivi sono codificati. A seconda del volume della confezione è previsto un un pittogramma (fino a 200 ml) o un messaggio di avviso (oltre 200 ml). Le autorità precisano, invece, che le bevande prodotte ed etichettate prima della fine del triennio di transizione possono continuare ad essere commercializzate oltre il 1 agosto 2023.
Un’altra novità, che però arriverà nel 2024, riguarda quindi l’indicazione in etichetta degli allergeni, che per il vino sono essenzialmente pesce, uova, latte e solfiti. Sulla falsariga di quanto visto in Europa, oltre alla questione degli allergeni, la Food Standards Agency for Australia and New Zealand (Fsanz) sta esaminando altri aspetti dell’etichettatura delle bevande alcoliche, a partire dalle informazioni nutrizionali, come valore energetico, carboidrati e zuccheri, considerate necessarie per permettere al consumatore di fare scelte informate in conformità con le linee guida dietetiche.
Nel dicembre 2021 la proposta della Fsanz mirava ad un’etichettatura obbligatoria ridotta, con una tabella di informazioni nutrizionali abbreviata, contenente solo il contenuto energetico medio, mentre su carboidrati e zuccheri è in programma una consultazione pubblica alla fine dell’anno. Che si tratti dell’indicazione del valore energetico, dei carboidrati o degli zuccheri (compresi gli zuccheri aggiunti), al momento non è stata ancora presa alcuna decisione, come riporta il magazine francese “Vitisphere”.
Le valutazioni finali, attese per giugno 2023, spettano ai Ministri competenti, ma la strada intrapresa da Australia e Nuova Zelanda è indicativa di come il tema etichettatura e consapevolezza del consumatore non sia solo al centro del dibattito e delle politiche Ue, al contrario, riguarda ormai ogni angolo del mondo occidentale.
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