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MERCATI MONDIALI

Il Wto autorizza gli Usa ad imporre dazi all’Ue per 11 miliardi di dollari. Made in Italy a rischio

A dirlo la Coldiretti. “Italia Paese più colpito dopo la Francia, e a pagare il conto maggiore per il Belpaese sarebbe l’agroalimentare, vino in testa
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Dazi, dal Wto via libera a Trump per 11 miliardi contro l'Ue, made in Italy a rischio

“Con la vittoria di Trump al Wto trema l’Italia che è, dopo la Francia, il Paese più danneggiato nella black list di prodotti sulla quale applicare un aumento delle tariffe all’importazioni fino al 100% del valore attuale elencati dal Dipartimento del Commercio statunitense (Ustr) nello scontro sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolge l’americana Boing e l’europea Airbus”. A dirlo la Coldiretti, nel commentare la decisione dell’Organizzazione mondiale del commercio che ha approvato la richiesta degli Stati Uniti di imporre tariffe su alcuni beni europei nell’ultimo capitolo di una disputa bilaterale sui sussidi agli aeromobili per un valore di 11,2 miliardi di dollari, con i termini della decisione che dovrebbero essere annunciati alla fine del mese.
Nella black list ufficiale pubblicata sul registro Federale Usa ad essere maggiormente colpiti sono nell’ordine la Francia, l’Italia e la Germania, “e non c’è dubbio che a pagare il conto più salato per il Belpaese sia il made in Italy agroalimentare con vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua, superalcolici e caffè - spiega la Coldiretti - ma anche la moda, i materiali da costruzione, i metalli, le moto e la cosmetica per un valore totale di 4,5 miliardi di euro esportazioni made in Italy”.
In gioco ci sono settori di punta dell’agroalimentare nazionale in Usa a partire dal vino che con un valore delle esportazioni di 1,5 miliardi di euro nel 2018 è il prodotto made in Italy più colpito, l’olio di oliva le cui esportazioni nel 2018 sono state pari a 436 milioni, la pasta con 305 milioni, formaggi con 273 milioni, secondo lo studio della Coldiretti.
“La mossa protezionista - denuncia la Coldiretti - risponde alle sollecitazioni della lobby del falso made in Italy alimentare che in Usa fattura 23 miliardi di euro secondo una stima della Coldiretti. Ad essere più imitati, infatti, sono proprio i salumi ed i formaggi italiani presenti nella lista. Infatti la produzione di imitazioni dei prodotti caseari in Usa secondo l’analisi Coldiretti su dati Usda ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni ed è realizzata per quasi i 2/3 in Wisconsin e California mentre lo Stato di New York si colloca al terzo posto. In termini quantitativi in cima alla classifica c’è la mozzarella con 1,89 miliardi di chili all’anno, seguita dal Parmesan con 204 milioni di chili, dal provolone con 180 milioni di chili, dalla ricotta con 108 milioni di chili e dal Romano con 26 milioni di chili realizzato però senza latte di pecora. Il risultato è che sul mercato americano appena l’1% in quantità dei formaggi di tipo italiano consumati ha in realtà un legame con la realtà produttiva tricolore mentre il resto è realizzato sul suolo americano”.
“Si tratta della prima sfida che dovrà affrontare la nuova Commissione Europea guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen che dovrà gestire i complessi rapporti con lo storico alleato”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la necessità di “evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra le due sponde dell’Atlantico”.

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