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VINO E TRATTATIVE

Illy, l’arrivo nelle Langhe e nel Barolo è tra gli obiettivi, ma non è imminente

Tanti i rumors che si rincorrono in queste ore. Ma, da quanto apprende WineNews, ad ora, non ci sarebbe nulla di concreto sul tavolo
BAROLO, ILLY, INVESTIMENTI, LANGHE, vino, Italia
I vigneti delle Langhe (Ph Consorzio del Barolo e del Barbaresco)

In Langa, in queste ore, si fa un gran parlare dell’arrivo imminente del gruppo Illy tra le vigne più prestigiose e costose d’Italia, quelle del Barolo, con valori superiori ai 2 milioni ad ettaro (e che arrivano anche a 4 milioni di euro nei cru più prestigiosi). Ma le voci, allo stato attuale delle cose, da quanto apprende WineNews, sono prive di un reale fondamento. Prima o poi succederà, perchè come già dichiarato a WineNews, nel recente passato, dallo stesso Riccardo Illy, alla guida del “Polo del Gusto” (la divisione del gruppo Illy guidata da Riccardo Illy che riunisce i brand extra-caffè della famiglia (il vino con Mastrojanni, tra i riferimenti qualitativi del Brunello di Montalcino, il cioccolato piemontese Domori, il tè francese Dammann Frères, la pasticceria inglese Prestat, che serve da anni i reali di Inghilterra e con alcune partecipazioni in Agrimontana), Barolo è nel mirino dei suoi investimenti. E, in questo senso, probabilmente, sarà decisiva la scelta di un partner da far entrare nel capitale del Polo, che, da mesi, si sta valutando ma che non si è ancora concretizzato.
Ma, in ogni caso l’arrivo nelle Langhe non avverrà in questo momento, e neanche con l’acquisizione di una grande cantina, come si vocifera, ma più verosimilmente con l’acquisizione di una piccola griffe, di una chicca enologica, dove a fare la differenza, probabilmente, saranno vigneti di assoluto pregio e valore. E nei dossier che Illy ha sul tavolo, da quanto apprende WineNews, ce ne sarebbero almeno 2 o 3, ma senza alcuna trattativa concreta ancora intavolata.
Come detto, l’arrivo di Illy a Barolo, dunque, sembra solo rimandato, almeno a rileggere le parole di Riccardo Illy, in un’intervista a WineNews di fine 2020:
“oggi come oggi investirei a Barolo, perché l’obiettivo è quello di stare nei territori in cui si producono vini universali, e quindi con una storia importante alle spalle ed un futuro altrettanto lungo davanti, ma anche che abbiano già un distribuzione globale. Ed in Italia, queste due caratteristiche si trovano solo a Montalcino ed a Barolo”.
In ogni caso, si tratta di voci che confermano che il territorio del Barolo, così come quello del Brunello di Montalcino, passando per Bolgheri, grazie al prestigio ed al valore dei loro grandi vini, siano sempre al centro dell’interesse di imprenditori ed investitori, italiani e non solo. E che la terra, ed un certo tipo di agricoltura ad alto valore aggiunto, come quella che si sviluppa in alcuni territori del vino, sia sempre più al centro di chi fa affari e impresa con lo sguardo al futuro, lo dicono anche notizie ufficiali (come l’ennesima acquisizione vinicola del Fondo Clessidra, che nei giorni scorsi si è accaparrata la maggioranza di Mondodelvino, dopo quella di Botter, nel 2020, o l’ulteriore investimento in Masi Agricola da parte del patron di Diesel Renzo Rosso, che è salito al 7,5% di una delle realtà di riferimento dell’Amarone, della famiglia Boscaini, per esempio, ma anche l’acquisizione recente, con una quota di maggioranza, della celeberrima cantina friulana Jermann da parte della storica Marchesi Antinori), e i rumors che circolano raccolti da WineNews, con tante aziende di primo piano che avrebbero occhi ben aperti su possibili acquisizioni in territori di primo piano, come per esempio Bertani Domains della famiglia Angelini, o Genagricola del gruppo delle Assicurazioni Generali (che è anche la più grande azienda agricola italiana).
E non ci sarà da stupirsi, dunque, se nei prossimi mesi le notizie di acquisizioni, passaggi di mano e fusioni, arriveranno più copiose che in passato.

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