Con la fine delle restrizioni, in Cina tutto sta lentamente tornando alla normalità, al netto di una lotta alla pandemia su cui il Governo di Pechino ha fatto tanti passo indietro. Riprende, così, anche il flusso abituale di notizie, comprese quelle che riguardano i consueti casi di contraffazione delle grandi etichette di vino. L’ultimo, raccontato dal portale “Vin Joy”, arriva dalla ricca provincia di Fujian, nella costa meridionale del Paese, tra le zone più ricche della Cina, dove il consumo di vino è piuttosto diffuso. Nella rete delle autorità locali - che alzano costantemente l’asticella della lotta per la sicurezza alimentare - sono finite 40.084 bottiglie di falsi Chateau Lafite Rothschild e Penfold’s, stoccate in tre diversi magazzini, per un valore complessivo, sul mercato, di 1,56 milioni di dollari.
La provincia di Fujian, al pari di Guandgong ed Hong Kong, è una delle prime ad aver aperto le porte a vino e superalcolici di importazione, oggi più diffusi del Baiju di produzione nazionale. Lo dimostrano i numeri, vinsto che il consumo totale di spirits stranieri, nel 2018, aveva toccato i 2,85 miliardi di dollari, e quello di vino i 711,7 milioni di dollari, lo stesso giro d’affari proprio del Baiju.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024