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LA CRISI

In un anno in Francia ci sono stati ben 255 fallimenti per le aziende vitivinicole

Lo studio by Altares Dun & Bradstreet: la regione più in difficoltà è quella della Nuova Aquitania. Le liquidazioni aumentate del 48%
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Il settore enoico francese è in difficoltà

Le difficoltà della viticoltura sono in primis a livello economico, non a caso in molti hanno deciso di chiudere. Secondo le ultime statistiche dello studio Altares Dun & Bradstreet, riportate dal magazine francese “Vitisphere”, si è verificato un aumento del 49% delle insolvenze nel settore vitivinicolo francese in un anno. Le liquidazioni sono in forte aumento, in particolare in Nuova Aquitania (il cui capoluogo è Bordeaux, ndr), dove le aziende con meno di cinque dipendenti stanno pagando il prezzo più alto. Una tendenza definita preoccupante, ma che non coinvolge tutti: in Occitania e nella Loira, infatti, si assiste ad una stabilizzazione.
Nei dodici mesi precedenti la fine di giugno 2025 (a livello generale il secondo trimestre mostra segnali migliori, ndr), lo studio Altares Dun & Bradstreet ha registrato 255 fallimenti in Francia per le attività vitivinicole
. Si tratta, appunto, di un +49% di procedure concorsuali per la produzione di vino, con un aumento trainato dalle liquidazioni (150, +48%), mentre gli aumenti sono più contenuti per i risanamenti giudiziari (67, +40%) e le messe in salvaguardia rimangono più marginali (38, +73%). A soffrire di più sono le realtà piccole.
Se la Nuova Aquitania da sola concentra i due terzi dei fallimenti registrati in Francia nel secondo trimestre (47 su 70, rispettivamente +18% e -8% rispetto al primo trimestre 2025), questi 47 fallimenti neo-aquitani si concentrano sulle strutture con meno di tre dipendenti (62% dei casi) e da tre a cinque dipendenti (26%). Dopo il picco del primo trimestre 2025, il continuo aumento dei fallimenti in Nouvelle-Aquitaine (soprattutto con l’incremento delle liquidazioni che passano a 28) è compensato, in questo secondo trimestre, dai cali in Occitania (11 fallimenti, contro i 15 di inizio anno) e nei Paesi della Loira (un fallimento contro i 6 di tre mesi fa).
Rimanendo sul tema, i dati negativi, nel secondo trimestre per la Francia, arrivano anche dalla ristorazione tradizionale (+21%), tra i comparti più in difficoltà.

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