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ATTUALITÀ

In Usa si riapre il dibattito sui presunti benefici, per il cuore, di un consumo moderato di alcol

Un documento dell’American Heart Association riapre la discussione, riporta “The New York Times”. Aspettando le nuove linee guida sulla salute
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L’eterno dibattito sui presunti benefici, per il cuore, di un consumo moderato di alcol

Se tutti concordano che bere troppo alcol faccia male in assoluto alla salute, il dibattito sugli effetti, benefici, neutri o negativi, del bere moderato, è uno di quelli che, probabilmente, è destinato a non chiudersi mai definitivamente in un senso o nell’altro. Ma intanto, proprio nei giorni in cui l’Organizzazione delle Nazioni Unite, riunita in Assemblea generale a New York, ha approvato la “Risoluzione sulle malattie non trasmissibili e sulla salute mentale”, in cui si riconosce la distinzione tra consumo e abuso (come abbiamo riportato qui), un articolo sull’autorevole quotidiano statunitense “The New York Times”, firmato da Roni Caryn Rabin, riapre il tema, sottolineando come una revisione di diversi studi dell’American Heart Association, e pubblicata sulla rivista “Circulation” lo scorso luglio, avrebbe ridato forza alla tesi secondo cui un consumo leggero di alcol - uno o due drink al giorno, dove per drink standard, in Usa, si intendono 12 once (340 grammi) di birra o 5 once (141 grammi) di vino con una gradazione media del 12% di alcol, o 1,5 once (42 grammi) di superalcolico con il 40% di gradi alcolici - possa essere non solo non essere dannoso, ma anche in qualche modo “protettivo” per alcuni tipi di malattie cardiovascolari.
Una revisione, questa, focalizzata solo sul tema delle malattie cardiovascolari, va detto, e che ha riscosso varie critiche da una parte del mondo della ricerca e della medicina, come si legge in una lettera firmata da alcuni ricercatori, che sostengono che la revisione dell’American Heart Association sarebbe stare realizzata “senza l’impiego di una metodologia di revisione sistematica”, e che “in definitiva, sono necessarie evidenze di qualità più elevata per comprendere realmente gli effetti di 1-2 drink standard al giorno sugli esiti cardiovascolari. In assenza di prove randomizzate, è prematuro avanzare affermazioni sui presunti benefici cardiovascolari del consumo moderato di alcol, soprattutto alla luce degli effetti cancerogeni noti dell’etanolo”.
E, in effetti, la stessa American Heart Association, pur sottolineando che la revisione è stata fatta con un “approccio sistematico”, risponde concordando sul fatto che servirebbero studi clinici più approfonditi, e sottolineando che la sua revisione non è in nessun modo un incitamento al consumo di alcol, e che “i contenuti comunicati avevano l’obiettivo di riflettere le conoscenze più recenti, piuttosto che formulare raccomandazioni specifiche sui comportamenti o sull’uso dell’alcol in quanto tale”.
In ogni caso, il dibattito resta aperto, in una fase in cui, peraltro, anche per questioni legate al salutismo e alla comunicazione dei rischi o benefici del bere alcolici, il consumo in Usa è ai minimi storici da 90 anni, come sottolineato da un recente sondaggio di Gallup (che abbiamo riportato qui), secondo cui solo il 54% degli americani adulti dichiara di concedersi un calice o un bicchiere. Mentre la revisione delle “Linee Guida sulla salute in Usa”, attesa per fine 2025, sembra slittata ad inizio 2026, secondo indiscrezioni di stampa americane, e allora sarà ufficiale o meno quanto trapelato nei mesi scorsi, ovvero che, rispetto ad una prima ipotesi (prima dell’elezione di Trump, ndr) in cui si andava verso un “no safe level” sui consumi di alcolici, si tornerebbe al “suggerimento” di un consumo moderato ...

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