Quello che è stato nominato dal Ministero delle Politiche Agricole “L’anno del cibo italiano nel mondo” sembra essere partito bene, proprio nel settore agroalimentare: i dati Istat rivelano, infatti, che, nel primo trimestre 2018, l’export alimentare made in Italy ha registrato una crescita del 3% sull’anno precedente, toccando i 10 miliardi di euro in valore. In particolare, i prodotti di alimentari, e bevande hanno registrato un +5,6% nelle esportazioni, mentre invece prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca hanno visto diminuire i viaggi oltreconfine del 5,8%.
A marzo 2018 l’Istat ha stimato quindi un aumento congiunturale (riferito al mese precedente, ndr) sia per le esportazioni, cresciute dell’1,2%, sia per le importazioni che raggiungono invece una crescita dell’1,9%. Nonostante la ripresa a marzo però, nel primo trimestre 2018 la dinamica dell’export risulta negativa in termini congiunturali (-1,9%) e positiva, ma in rallentamento, su base annua (+3,3%).
Ciò che sottolinea la Coldiretti, è che dai dati Istat emerge anche che quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentari interessano i Paesi dell’Unione Europea, mentre sui rapporti con gli Stati Uniti che, come sottolinea la Coldiretti, sono di gran lunga il principale mercato dell’Italian food fuori dai confini dall’Unione, pesa il braccio di ferro sui dazi commerciali fra Trump e il resto del mondo. Una situazione resa ancora più preoccupante dal fatto che, spiega ancora la Coldiretti, gli Usa in valore assoluto sono la terza piazza commerciale più importante per il cibo italiano, dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna (dove si cominciano ad avvertire i timori legati alla Brexit).
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