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Italia Oggi

Il vino muove grappoli di turisti: da segmento di nicchia a fenomeno di massa, un giro d’affari che ha raggiunto 2,5 miliardi di euro. Più di un milione di presenze solo per “Cantine Aperte”. I t.o. propongono mini tour e weekend a tema. Per Lambertini (Mtv) il settore deve ricercare la qualità nell’accoglienza … E’ uno dei fenomeni turistici degli ultimi anni: il turismo del vino ha registrato in poco tempo un vero boom di presenze. Da segmento di nicchia, rappresentato da pochi appassionati italiani e stranieri, che con non poca fatica contattavano le aziende per visite guidate e degustazioni in loco, si è tramutato in una decina d’anni, in movimento di massa …. Il turismo del vino ha lasciato spiazzati gli operatori turistici: moda passeggera, modo di viaggiare che sfugge all’organizzazione dei tour operator e all’offerta delle agenzie di viaggio, agli interessi delle catene alberghiere, alle aspettative dei vettori, tutti soggetti abituati a gestire grandi numeri. Un errore di valutazione, perché in poco tempo il turismo del vino e i turismo enogastronomico suo partente stretto hanno dimostrato la loro valenza, dalle implicazioni non solo sociologiche ma anche economiche. Secondo recenti dati del Mtv nel 2003 i flussi turistici creano un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro, con una proiezione di crescita dell’8% come presenze e del 10% in termini di fatturato. Gli operatori del turismo hanno finalmente fiutato l’affare e ora diversi propongono mini tour enologici e week end a tema. Stessa filosofia stanno adottando anche alcuni alberghi. E’ però giunto il momento di gestire questo fenomeno turistico, facendo in modo che la crescita turbinosa non crei danno ma ulteriore sano sviluppo dell’economia di vaste aree del Paese. “Ora il settore deve accelerare nella ricerca di qualità dell’accoglienza” dice Francesco Lambertini, presidente del Movimento. Insomma non più volontarismo nell’offerta di servizi, ma regole precise, parametri certi per offrire al turista ospite non solo un’accoglienza senza sbavature ma anche e soprattutto servizi collaterali di alta qualità. Non a caso l’Mtv sta spingendo perché i suoi oltre 900 associati lavorino per ottenere il certificato di qualità nell’accoglienza, rilasciato da un apposito ente certificatore, e auspica che in futuro sia questa certificazione a pesare nell’accettazione di nuovi soci. “Stiamo lavorando per divulgare la cultura dell’ospitalità fra gli associati, anche attraverso corsi specifici itineranti.

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