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Italia Oggi

Vino, all’asciutto i fondi esteri. Falliti i tentativi di acquisire vigneti a Montalcino ... Da anni il mondo della finanza ha appuntato gli occhi sul mondo del vino. Non solo con l’emissione di future su prestigiose annate di altrettanto prestigiosi vitigni nazionali o internazionali; ma rilevando anche ettari di vigneto in zone particolarmente vocate, immettendo soldi freschi per migliorare ulteriormente qualità delle uve, impianti, assemblaggi e commercializzazione. In questa corsa al vigneto, però, ci sono anche alcune sconfitte, la più clamorosa viene da Montalcino, area-mito della Toscana, dove nascono i migliori vini d’Italia, ora tutelati da un marchio collettivo, registrato in decine di paesi, per evitare che altri si approprino di un appellativo unico. In questi ultimi mesi sono stati numerosi i tentativi, da parte di fondi di investimento internazionali, di acquisire terreni in loco, forse approfittando del momento di crisi che interessa il settore a livello internazionale. Tutto inutile. Anche se allettati da assegni faraonici, i produttori del Brunello non hanno ceduto un solo ettaro. Sanno di avere sotto i piedi l’oro e lo conservano con attenzione. I migliori terreni possono valere da 250 a 500 mila euro per ettaro. Del resto, la zona ha risentito in modo molto marginale della crisi del settore. Il giro d’affari complessivo, nel 2004, si è attestato intorno ai 143 milioni di euro, realizzato su un’area di 1.900 ettari (cono invece complessivamente 3 mila gli ettari vitali del comprensorio). I terreni hanno una rivalutazione media del 2-3% l’anno e le vigne danno, ogni anno, ottimi margini di reddito. Tanto che, per le banche, non ci sono cantine di Montalcino che presentano segni di sofferenza finanziaria. Un risultato in controtendenza, se si considerano due elementi chiave. La struttura fondiaria dei vigneti è polverizzata in una miriade di aziende (i produttori sono 240, di cui 183 imbottigliatori), piccole i piccolissime (il 22% è inferiore a un ettaro). In molti territori i vigneti hanno perso valore negli ultimi anni, dopo il boom fondiario che andava avanti da più di 30 anni. L’incremento dei terreni agricoli è stato causato da diversi fattori: la delusione della borsa, il rendimento minimo superiore all’inflazione, le mode del vino che fanno salire alle stelle le quotazioni di prestigiosi territori. Montalcino sembra essere però immune da questi sbalzi: un aspetto che i fondi d’investimento internazionali, venuti in cerca di acquisti facili, non avevano considerato.

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