Italia Oggi

Vini italiani in vetrina negli States… Guardare al mercato Usa come a un Paese dove gli incrementi di vendite e di fatturati sono potenzialmente molto alti. Per fare questo, occorre però un attento studio del mercato. Il mondo italiano del vino sta strutturando la sua presenza oltreoceano: lo fanno le singole aziende, alcuni consorzi di tutela, lo fa soprattutto Vinitaly, il principale salone italiano del vino e tra i primi al mondo. Porta da anni il made in Italy là dove i mercati sono più attenti all’offerta internazionale. Vinitaly ha in corso una missione negli Stati Uniti, che ha già toccato Boston, dove erano presenti 400 operatori professionali; oggi sarà la volta di Chicago (attesi più di 600 operatori) e venerdi di Los Angeles (600 operatori). La missione parte dall’analisi di alcuni dati di base: l’Italia è il primo esportatore di vini negli Usa; ma nel paese il consumo pro capite dei 275 milioni di abitanti è ancora molto basso: nove litri a persona. Il 12% dei consumatori di vino acquista l’88% delle bottiglie prodotte o importate e il 40% consuma il restante 12%. E’ ancora del 48% il numero degli americani che beve altre bevande. Tuttavia l’export ha ripreso a crescere: nei primi otto mesi del 2005 sono finiti Oltreatlantico 1,28 milioni di ettolitri per 629 milioni di euro (+10in volume e +16% in valore secondo l’Iwfi di New York). Per questo, occorre far si che strati sempre più ampi di popolazione conoscano le potenzialità del vino italiano, le sue differenze territoriali e la vasta gamma di proposte. In rassegna vi sono vini di Piemonte, Toscana, Veneto, Trentino, Friuli e del Sud (Sicilia, Sardegna, Puglia, Campania, Basilicata, Molise, Calabria), affiancati da oli extravergine d’oliva dop (arretrato del 26 ottobre 2005).