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Italia Oggi

Secco no dell’Uiv sul decreto legge su erga omnes ... I tempi sono molti stretti, ma, tecnicamente, è possibile che il decreto del 2001, cosiddetta “erga omnes” che contiene le norme in materia di controlli sulla filiera delle doc e docg possa essere trasformato in legge, sul filo di lana della legislatura. Almeno questo temono i produttori, che, almeno in questo caso, hanno parole dure nei confronti del Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno.

Il nodo del contendere è il controllo dell’intera filiera, che sarebbe assegnato in via definitiva a tutti quei consorzi di tutela, che dimostrino di rappresentare almeno il 66% della produzione. Un provvedimento, che, già dalla sua introduzione, aveva suscitato polemiche, anche se non tutti i consorzi di tutela. I produttori che si riconoscono nell’Unione Italiana Vini contestano non solo le modalità dei controlli, ma l’aumento di burocrazia e di costi aziendali. Costi che, per legge, ricadrebbero anche sui non consorziati e con metodologie, a detta dell’Unione, che non garantiscono la privacy aziendale.

“Rifiutiamo con forza la sovrapposizione dei controlli, gli eccessi di burocratizzazione e i costi inutili. Soprattutto in un momento come quello attuale, tanto difficile per il nostro comparto, incalzato da competitor agguerriti”, afferma Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini.

L’Unione Italiana vini ribadisce di esser favorevole ai controlli e alla costante crescita della qualità del prodotto, ma è contraria all’eccesso di burocrazia e di costi e alle “tre tasse: sull’uva, sul vinificato e sull’imbottigliato”.

A detta di Sartori, “il ministero sta investendo molto nell’Ufficio repressioni frodi ed è proprio questa la strada che consideriamo più efficace per spazzare via dal mercato quei pochi, ma alquanto dannosi “furbi”, che periodicamente intaccano l’immagine di un comparto sano e leale. Inutile quindi inventarsi nuovi e tortuosi percorsi “a garanzia del consumatore”.

Da qui il timore che, nelle tre settimane che dovrebbero separarci dalla fine della legislatura, si decida un’accelerazione nel varo del provvedimento, senza prima aver ascoltato i punti di vista articolati dei produttori.

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