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Italia Oggi

Brunello tecnologico. Tracciabilità web per ogni bottiglia ... In barba alla crisi, alla contrazione dei consumi e alla congiuntura sfavorevole il Brunello vince ancora, va alle stelle e deve essere difeso con tutti i mezzi possibili. Anche con un ologramma sulla capsula delle bottiglie. Un’idea applicata, per ora, da una sola azienda, ma che prosegue la serie delle iniziative collegate ad uno dei vini italiani più ricchi e invidiati al mondo. Tutto mentre proprio oggi, in maniera solenne, sarà ufficializzata la qualità dell’annata 2005, come al solito più che ottima tanto da far pensare ad un rating almeno fino a quattro “Stelle” su cinque. Un livello in mano a pochi produttori, che hanno fatto di un vino (certo ottimo) un caso di marketing territoriale e commerciale probabilmente unico - tanto da essere studiato dalla concorrenza e dai guru del buon bere come i saggi degli americani Wine Spectator e Wine Enthusiast – e in grado di produrre un giro d’affari dell’intero distretto del Brunello pari a 143 miliardi di euro.
E’ di questi giorni, quindi, la notizia che le capsule delle bottiglie di Brunello prodotte da Ciacci Piccolomini d’Aragona, avranno un ologramma alla pari delle banconote dell’Ue. Ad essere usata, è la stessa tecnologia adoperata già per le Ferrari e per altri prodotti superlussuosi. D’altra parte, il vino dei ricchi per eccellenza non poteva non trovare strade sempre più eclatanti per affermare il suo primato miliardario.
Un traguardo scientemente costruito passo dopo passo, usando tutte le leve possibili: dagli strumenti tecnici a quelli della comunicazione e del marketing. Questione di fiducia da parte dei consumatori, ma anche di immagine del prodotto e di tutto ciò che lo accompagna. Basta pensare al fatto che, in grande anticipo rispetto a tutti gli altri, il Consorzio del Brunello (che riunisce il 100% dei produttori), ha da tempo registrato in una sessantina di Paesi al mondo il marchio e il nome del proprio vino. Quella della tecnologia applicata al Brunello d’altra parte, non è nemmeno una novità. Qualche anno fa, nelle etichette era stato inserito un microchip sempre con l’obiettivo di garantire l’autenticità del prodotto. Ed è sufficiente anche ricordare come, nell’ambito della vitivinicoltura e del costume, la manifestazione Benvenuto Brunello – che si chiude oggi proprio con l’attribuzione delle “Stelle” - sia ormai diventata l’appuntamento fisso per il ghota dei palati fini oltre che, ovviamente, per chi di Brunello si interessa per fare affari.
Prodotto d’immagine e sempre più trendy, questo vino non ha ovviamente trascurato anche gli aspetti più operativi. Da quest’anno, per esempio, di ogni bottiglia venduta è possibile conoscere tutto attraverso il meccanismo della tracciabilità. Basta inserire il numero della fascetta nel sito del Consorzio del Brunello di Montalcino, ed ecco apparire tutta una serie di dati per il consumatore: quante bottiglie sono state prodotte nella stessa partita, l’indirizzo ed il numero di telefono del produttore, con il link diretto al suo sito web, i dati analitici specifici di quel vino, come il titolo alcolometrico e l’acidità.
Tutti traguardi che, ovviamente, sono costati investimenti pesanti ma che stanno ripagando alla grande produttori e territorio. E’ così che se la produzione media del Brunello arriva a circa 6 milioni di bottiglie all’anno, il 60% di questa è venduto all’estero, naturalmente nei mercati più importanti come gli USA (25%), la Germania (9%), la Svizzera (7%) e il Canada per il 5%. Dietro 250 produttori, metà dei quali può contare su aziende da uno a tre ettari di superficie. Piccole imprese, quindi, salvo il fatto che a Montalcino un ettaro di Brunello può valere anche 500mila euro. (arretrato del 25 febbraio 2006)

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