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Italia Oggi

Un vino che in ogni suo elemento, dal nome all’etichetta, passando per i vigneti e la cantina in cui nasce, testimonia l’impegno civile di chi lo ha prodotto, facendosi portabandiera della legalità: si chiamerà “Centopassi” - ispirandosi al famoso film di Marco Tullio Giordana sulla vita di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia - ed è un Nero d’Avola prodotto dalla Cooperativa Placido Rizzotto, che coltiva i terreni confiscati a Cosa nostra.

Si tratta del primo vino prodotto interamente da beni confiscati ai clan mafiosi, dai vigneti reimpiantati dopo anni di abbandono fino alla cantina. Per disegnare l’etichetta del “Centopassi”, che sarà distribuito da Coop, non è stato chiamato un grafico famoso, ma i ragazzi di una scuola superiore di Torino, l’Istituto Tecnico per arti grafiche e fotografiche Bodoni, che insieme a Nova Coop, la Cooperativa di consumo che opera in Piemonte, hanno messo a punto e portato a termine questo particolare progetto didattico: “anche la creazione dell’etichetta è un’iniziativa importante, che coinvolge non solo le abilità tecniche dei ragazzi ma anche la loro coscienza civile - spiega Gianluca Faraone, giovane presidente della Cooperativa Placido Rizzotto - Grazie all’attenta regia di Nova Coop gli studenti hanno infatti incontrato e parlato nei mesi scorsi con il Procuratore di Torino Gian Carlo Caselli e con Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato. A febbraio c’è stata anche una visita in Sicilia di una delegazione di studenti e insegnanti, con tappe alla casa della memoria di Peppino Impastato a Cinisi, al Memoriale di Portella della Ginestra, e alla Casa dei giovani di Castelvetrano, dove si produce olio su terreni confiscati alla criminalità organizzata”.
Nel frattempo gli studenti hanno consegnato i loro lavori, che saranno esposti in un Ipercoop di Torino, dove i soci Coop potranno votare i loro preferiti. Si realizzerà così una prima scrematura sulla quale lavorerà una giuria che designerà il vincitore: la premiazione avverrà il 20 marzo presso l’Associazione Gruppo Abele, in corso Trapani 91/b a Torino alla presenza, tra gli altri, di Don Luigi Ciotti, di Gian Carlo Caselli e di Giovanni Impastato. “Un’iniziativa importante - sottolinea Carlo Barbieri, dirigente di Coop Italia - che contribuirà al sostegno di questa cooperativa che è nata e va avanti nel nome della legalità. Noi di Coop ci abbiamo sempre creduto, supportandola sia dal punto di vista commerciale, distribuendo i prodotti “anti-mafia” nei nostri punti vendita, sia facendoci promotori di iniziative di divulgazione in Sicilia e sul territorio nazionale”.
Per la nascita del vino “Centopassi” è stato fondamentale l’aiuto tecnico fornito dagli esperti di Slow Food, che hanno supervisionato l’intero processo produttivo, dal lavoro nei vigneti fino all’imbottigliamento finale. Il “Centopassi” sarà prodotto per la prima volta con le uve della vendemmia 2006.
La Cooperativa Placido Rizzotto - Libera Terra (intitolata al sindacalista di Corleone ucciso dalla mafia) si è costituita nel novembre 2001 ed è composta da giovani e ragazzi svantaggiati del posto: la sua finalità è l’uso sociale dei beni confiscati a Cosa nostra. I campi e i vigneti in cui nascono i vini (nel 2004 ha debuttato sul mercato “Placido”, un bianco Igt a base di uve catarratto), il grano, l’olio, le marmellate e le conserve prodotte dalla cooperativa appartenevano a Totò Riina. Dopo la confisca, avvenuta otto anni fa, è seguito un lungo periodo di abbandono.

Proprio la Coop ha distribuito in esclusiva per la prima volta, negli anni scorsi, la pasta “Libera Terra”: “Da quando abbiamo ricominciato a lavorare di nuovo questi campi - conclude Gianluca Faraone - ci siamo accorti di aver sfatato un radicato luogo comune: abbiamo dimostrato infatti che, dopo il dominio della mafia, anche in queste zone lavorare per conto dello Stato e nella piena legalità è possibile”.

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