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Italia Oggi

Rapporto MiWine - I bicchieri cinesi nel mirino. I paesi del Far east sono la nuova frontiera da conquistare per il vino italiano. Sarà l’India però a crescere di più nei prossimi anni ... Nel 2005 l’Italia è diventato il primo paese esportatore di vino del mondo (in volume) davanti a Spagna e Francia, si è imposta sul mercato americano, ha triplicato il fatturato in Russia, guarda con attenzione ai paesi emergenti, in particolare all’India, ritenuta dai più il mercato del futuro.
L’importante primato che assegna all’Italia la palma di protagonista nel mondo è stato rivelato dall’Organizzazione internazionale del vino e della vigna (Oiv), l’organismo intergovernativo con sede a Parigi che riunisce 41 paesi produttori. Un dato che rafforza la leadership del vino italiano, che rappresenta la prima voce dell’export agroalimentare nazionale con una quota di circa il 20%. Secondo l’Ice, sono 1.500 le aziende italiane che esportano.
Nel 2005 l’export è risultato pari a 15,75 milioni di ettolitri per un valore che sfiora i 3 miliardi di euro. Il risultato complessivo (fonte Coldiretti) è il frutto di un incremento in valore nei mercati comunitari del 3,4% e di un vero boom nei paesi extracomunitari emergenti come Russia (+52,4%) e Cina (+45%). Secondo l’Istat, sono stati Germania e Stati Uniti i paesi che hanno acquistato più bottiglie italiane.
Gli Usa hanno comprato oltre 2,2 milioni di ettolitri di vino italiano, per un valore superiore a 771 milioni di euro, con un incremento di circa il 7% in quantità e del 4% in valore. E con questo risultato l’Italia supera anche i “cugini” francesi negli States. Per ogni bottiglia di vino Francese venuta negli Stati Uniti i consumatori americani ne hanno infatti acquistare quasi tre di vino Made in Italy.
Lo sottolinea la Coldiretti sulla base dell’elaborazione dei dati dell’Italian Wine & Food Institute relativi ai primi dieci mesi del 2005, che evidenziano un netto primato italiano tra i vini stranieri consumati negli Stati Uniti, con un incremento dell’11,6% nel numero di bottiglie rispetto al calo dell’0,89% dei vini francesi. Il vino italiano copre da solo un terzo del valore di mercato dei vini stranieri negli Usa (33%) seguito a distanza dall’Australia con il 24,5% e dalla Francia con il 20%.
E’ di oltre 5,5 milioni di ettolitri la quota assorbita dalla Germania che, tradotta in valore, corrisponde a un introito per l’Italia di circa 700 milioni di euro con un aumento in termini di quantità del 6%. Ma se Stati Uniti e Germania rappresentano due mercati consolidati, i produttori italiani guardano con attenzione ai “paesi emergenti”. Stati dove si registra un gran fermento e il consumo e la cultura del vino è in aumento. Su tutti svetta la Russia.
Il paese per eccellenza gran consumatore di vodka, negli ultimi anni ha aperto le frontiere ai vini esteri di qualità. La profonda trasformazione economica che ha interessato il paese nell’ultimo decennio ha visto crescente la fascia di popolazione appartenente al ceto medio alto, con conseguente apertura verso i consumi occidentali. Dal 2002 al 2005 l’export di vino italiano verso Mosca e la Russia è passato da 10 a 30 milioni di euro, con protagonisti assoluti i vini rossi e gli spumanti. Non poteva mancare la Cina, il cui prodotto interno lordo cresce a una media di circa il 10% annuo. I consumi di vino sono attualmente pari a 0,3 litri pro capite all’anno, ma l’ufficio statale di statistica della Cina stima consumi in forte crescita, con volumi per 800 mila tonnellate attesi nel 2010, rispetto alle 340 mila tonnellate del 2003. su una popolazione di oltre 1,5 miliardi, sono stimati in circa 300 milioni i cinesi che possono aspirare ad acquistare vini occidentali.
Ma, secondo Confagricoltura, il mercato che nei prossimi anni offrirà maggiori opportunità per i nostri produttori vinicoli è l’India. La crescita economica dell’India è tra le più rapide del mondo, con un tasso medio del 5%. I numeri parlano di oltre 300 milioni di consumatori che appartengono al ceto medio, dotati di un potere di acquisto sempre maggiore. Il consumo attuale di vino in India è praticamente nullo (0,006 bottiglie l’anno pro capite), ma è prevista una significativa crescita dei consumi del 25-30% l’anno. Amanti della birra e dei superalcolici, whisky in particolare, tradizioni ereditate dalla dominazione britannica, l’India apprezza sempre più i vini internazionali. E la sfida tra Francia e Italia si ripropone.

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