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I danesi si scoprono viticoltori ... Nell’immaginario collettivo la Danimarca è il classico paese del Nord Europa molto suggestivo per il mare, le isole, la natura e il paesaggio e dove il ritmo di vita è, per certi aspetti, decisamente migliore del nostro. Su queste caratteristiche la Danimarca ha giocato, fino adesso, le sue principali carte per attrarre turisti e forestieri. Ma da qualche tempo sta scoprendo una nuova vocazione quella enogastronomia. Esiste un progetto per la valorizzazione e il pieno utilizzo delle produzioni locali (carni, ortaggi e burro soprattutto) ma nessuno s’aspettava una scommessa sul vino.
Prodotto che è sempre stato estraneo alla cultura alimentare locale. I danesi hanno sempre bevuto e continuano a bere soprattutto birra, ma la notorietà del vino, sia quello del Centrosud Europa che dei paesi extraeuropei, è arrivata fino da queste parti. Buone quantità di vino vengono importate da fuori Europa, in quantità più limitate da Italia, Francia e Spagna. Adesso in Danimarca il vino le vogliono fare in casa. Attualmente la produzione è di 50 mila bottiglie ma, riferisce in Foreningen af Danske Vinavler, l’associazione dei viticoltori, nei prossimi cinque anni saliranno a 200 mila. Con un costo elevato però, almeno 500 corone corrispondenti a 70 euro. Ma la stessa associazione prevede che gli acquirenti saranno molti.
La Danimarca è del 2000 stata riconosciuta dalla Ue paese produttrice di vino e alcuni viticoltori (una quindicina in tutto), per ora, distribuiti nelle penisole delle Juthland, nelle isole della Selandia e Bornoholm, nel Lolland Falster, sostengono di essere stati favoriti anche dalle mutate condizioni climatiche degli ultimi 20 anni che hanno reso maggiormente praticabile questo tipo di coltura. I controlli sono seri: per essere considerato tale, il coltivatore deve associarsi al di rettorato della vegetazione e delle piante del ministero dell’agricoltura e poi al controllo alimentare. (arretrato del 1 luglio 2006)
Autore: Luciano Scarzello