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Italia Oggi

Mondo del vino, più autocontrolli … L’Unione italiana vini ribadisce il suo no ai controlli sulle imprese, demandati ai consorzi di tutela, ma nel frattempo propone che contestualmente all’azione della pubblica amministrazione all’interno della filiera del vino si lavori per la creazione di una piattaforma organizzativa e infrastrutturale finalizzata ad un progetto di autoregolamentazione.
Dopo gli incontri dei giorni scorsi con responsabili del ministero dell’agricoltura, dai quali è scaturito, tra l’altro il momentaneo stop ai controlli erga omnes sa parte di consorzi, l’Uiv ha giradito per bocca del suo presidente Andrea Sartori che “Il mondo dell’enologia italiana deve puntare sull’autoregolamentazione e sull’impegno individuale dei produttori nei confronti della legge, dei consumatori, dei giovani e dell’ambiente: i controlli di “polizia” esistono già e sono fondamentali, ma è importante affiancare ad essi la responsabilità personale delle singole aziende”.
“E’ fondamentale - dice ancora Sartori - creare un’adeguata sinergia tra le azioni ufficiali di controllo e quelle di autocontrollo: le aziende devono assumere una responsabilità primaria nella tutela degli interessi dei consumatori. La dimostrazione tangibile dell’impegno della nostra associazione e del mondo imprenditoriale vitivinicolo verso una visione sempre più etica e impegnata del “fare impresa” è di questi giorni - prosegue Sartori - con l’adesione ufficiale dell’Unione Italiana Vini all’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool, organismo fondato nel 1991 e oggi presieduto da Umberto Veronesi, che ha tra i suoi scopi raccogliere e mettere a disposizione della collettività informazioni obiettive e scientificamente corrette sulle modalità di consumo di bevande alcoliche”.
L’Uiv non manca di criticare le ipotesi di modifica della normativa vigente, presentate dai funzionari del ministero e contenute in un decreto che deroga ai principi della vigente legge 164; essa pala di un provvedimento “formulato sulla base di una conoscenza imperfetta delle dinamiche del comparto vitivinicolo, laddove invece sarebbe urgente uno studio analitico.
“Prima di tutto - commenta Sartori - occorre tracciare uno “stato dell’arte” della nostra vitivinicoltura: solo dopo un approfondito confronto con i vincoli legislativi, giuridici ed economici delle realtà europee e internazionali si può dare inizio ad un percorso di riorganizzazione complessiva del patrimonio delle regole del settore vitivinicolo italiano”.

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