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Italia Oggi

La strategia di De Castro sull’Ocm. Il ministro: concertazione per pesare di più in Europa. Fare gioco di squadra ... Parola d’ordine: gioco di squadra. E’ la strategia del Ministro per le Politiche Agricole De Castro, spiegata ieri a Roma in occasione della convocazione per il 20 luglio prossimo degli stati generali della vitivinicoltura. Una strategia che inizia con l’ascolto di tutti i settori della filiera e che culminerà a settembre nella concertazione vera e propria in cui si individueranno le priorità che il Governo presenterà in autunno all’Ue. L’obiettivo del ministro è quello di pesare di più in Europa dove, secondo De Castro, bisogna parlare con una voce sola. “La scala delle priorità dovrà essere condivisa da tutti”, ha chiarito il ministro, “non ci devono essere categorie che fanno un lavoro parallelo, altrimenti al livello negoziale non si ottengono risultai”.

Quello che De Castro vuole cioè evitare è che, finita la concertazione, qualcuno cominci a lavora nella direzione opposta a quella del governo in sede comunitaria, attraverso lobby e rappresentanze regionali a Bruxelles. Il vino è cioè un settore troppo delicato per non vedere accolte le proposte italiane in Europa. Le vigne del Bel Paese hanno infatti fatturato nel solo 2005 oltre 9 miliardi di euro, portando a 2,8 miliardi il valore delle esportazioni.

“La concertazione deve avvenire prima che la Commissione presenti le proposte giuridiche su cui verterà il negoziato”, ha detto De Castro, il cui obiettivo è bloccare alcune modifiche all’Ocm, comunicate dal commissario europeo Mariann Fischer Boel, a partire dalle colture più piccole. “L’estirpazione va bene ma a determinate condizioni, altrimenti si rischia che alcuni produttori, distruggano produzioni piccole ma di grande qualità”. Un punto su cui De Castro sembra aver trovato nelle ultime settimane anche l’accordo dei sui colleghi spagnolo e francese. Il gioco di squadra del ministro punta infatti a costruire un “fronte mediterraneo” che parli a Bruxelles con la stessa voce. Un’ipotesi che si fa sempre più concreta a seguito dell’incontro che De Castro ha tenuto a Lecce nei giorni scorsi con il suo omologo spagnolo Elena Espinosa. Un accordo che unirebbe così, tra italiani, spagnoli e francesi, oltre il 90% dei produttori europei e che dovrebbe riguardare anche il mantenimento della distillazione di crisi.

Le reazioni. “La strategia di difesa dell’Unione, l’eliminazione del sistema di gestione degli impianti e il programma di estirpazione appaiono assolutamente inadeguati al sistema vitivinicolo europeo”, commenta in una nota Confagricoltura dopo aver analizzato la bozza di riforma Fischer Boel. “Condividiamo appieno gli obiettivi che la Commissione si propone di raggiungere”, ha commentato invece il presidente di Fedagri, Paolo Bruni, “ ma è evidente che il passaggio obbligato deve essere gestito in modo da tener conto delle specificità del settore”. Secondo Fedagri l’estirpazione di 400 mila ettari di vigneti avrà il solo effetto di delocalizzare la produzione. (arretrato di Italia Oggi del 15 luglio 2006)

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