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Italia Oggi

La scure Mipaaf sul vino fuori legge. Denaturazione obbligatoria. Salvacondotto per chi fa succhi ... Vini e mosti, istruzioni per l’uso. Sia sul fronte dei trattamenti enologici, sia su quello della gestione delle produzioni. Alla luce della futura nuova organizzazione comune di mercato del comparto vitivinicolo, il Ministero delle Politiche Agricole ha messo a punto due decreti attraverso cui disciplina alcuni degli aspetti legati all’attuazione delle disposizioni contenute nella legge n. 82/2006, che recepisce in Italia le regole dell’Omc vino. I due provvedimenti, datati 31 luglio 2006, sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 185 del 10 agosto scorso. Vediamo in sintesi di che si tratta.
Mosti non denaturati. Il primo dei due decreti detta istruzioni alle imprese su come detenere mosti con titolo alcolometrico inferiore all’8% in volume, senza la denaturazione prescritta dalla legge. Si tratta di mosti la cui detenzione,a parte alcune deroghe, è vietata dall’art. 6, comma 1, lettera g, della legge 82/2006. Gli obblighi prescritti riguardano chi intenda produrre con tali mosti succhi d’uva e succhi d’uva concentrati. I requisiti da rispettare vengono imposti, oltre che alle cantine e agli stabilimenti enologici, anche ai depositi collegati con cortili o con altri vani comunicanti. Le istruzioni riguardano le modalità di conservazione dei mosti, la tenuta di un registro apposito e l’aggiornamento dei dati, nonché le modalità di spedizione degli stessi.
La denaturazione imposta. Il secondo provvedimento dispone che i mosti e i vini che violino le norme previste dalla legge n. 82/2006, in fatto di detenzione a scopo commerciale, vendita o somministrazione di bevande, siano immediatamente denaturati attraverso il cloruro di litio. Tale sostanza dovrà essere prima sciolta in una parte del vino o del mosto, e poi il tutto andrà aggiunto all’intera partita di prodotto sotto accusa. I prodotti vietati sono quelli indicati all’art. 10 e all’art. 11 della legge n 82/2006. Tra questi i mosti dei vini che hanno subito trattamenti e aggiunte non consentiti o che provengono da varietà di vite non iscritte a uva da vino nel Registro nazionale delle varietà di vite. Toccherà al responsabile legale della distilleria verificare che tale operazione venga effettuata a norma di legge. (arretrato di Italia Oggi del 12 agosto 2006)
Autore: Luigi Chiarello

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