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Italia Oggi

Prosecco, vade retro lattina ... La notizia era nell’aria da qualche mese. Ora però il “caso” è scoppiato con tutto il suo fragore: un imprenditore austriaco ha avviato una campagna di marketing in Austria, Germania e Svizzera per pubblicizzare la vendita del Prosecco in lattina, anzi, per dirla con il nome che gli ha affibbiato, del RichProsecco. Con tanto di testimonial miliardaria: Paris Hilton. E con tanto di sito internet, in cui si magnifica la nuova “sensazionale bevanda gasata”, da servire “fredda nelle tue mani, e sensazionale sulla tua lingua!”. Inevitabile la discesa in campo del Consorzio di tutela del Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene, a tutela della qualità e contro quella che potrebbe rivelarsi anche una frode. Un primo problema è quello dell’uso del nome Prosecco, che nel mondo (e soprattutto in Germania, primo mercato di sbocco per il vino trevigiano) è ormai noto come spumante di qualità. Peccato che la riserva del nome “Prosecco” non esista, né in sede nazionale né in sede Ue e internazionale. Intervenire in tempi brevi su questo fronte è impensabile, visto l’iter da percorrere: regione Veneto e poi ministero. Non è secondario l’appello fatto dal Consorzio, perché tutti i produttori trevigiani, quindi anche quelli fuori dalla doc (e, forse, futura docg) sostengano la proposta di riservare solo alla doc il nome Prosecco; ma per fare questo, si dovranno rivedere anche le normative che regolano la stessa denominazione. Infine l’uso della lattina: vietato in Italia, ma non all’estero. Sono al lavoro anche gli avvocati del consorzio, per evitare che in alcun modo siano spacciati nome e immagini di Conegliano Valdobbiadene. Infine la verifica del prodotto. Non si può fare gran che in Austria, ma c’è chi sospetta che il RichProsecco sia prodotto con uve Prosecco di pianura, fornite da qualche produttore del triveneto e che poi siano gassificate. Dove? Qualcuno avanza l’ipotesi che la trasformazione e il confezionamento avvengano nel Trevigiano. Ma per saperlo dovranno muoversi carabinieri e soprattutto guardia di finanza, per scoprire eventuali frodi alimentari e, certamente, fiscali.
(arretrato di Italia Oggi del 23 settembre 2006) 

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