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Italia Oggi

Cresce il consumo dell’Asti in Italia ... Nel semestre +7,8%. Ma l’export è in frenata... Due buone notizie per i 5.900 produttori dell’Asti spumante: la prima viene dalla recentissima vendemmia, di ottima qualità e quantitativamente superiore a quella dell’anno scorso con 1,15 milioni di quintali raccolti (+4%). La seconda viene dalle vendite del primo semestre: l’Italia torna ad acquistare l’Asti, come indica la crescita del 7,8% delle vendite per 2,8 milioni di bottiglie; quanto all’export, rimangono ancora luci e ombre: le vendite hanno superato i 17,4 milioni di bottiglie, ma con una flessione, rispetto allo stesso periodo del 2005, dello 0,74%.
Questo dato è il risultato di buoni incrementi in alcuni paesi, come in Germania (il primo mercato di riferimento per l’Asti) con quasi 5,8 milioni di bottiglie (+2,14%), nei paesi del Nord Europa, in Russia (+12,24% a 532 mila bottiglie), ma di flessioni in altri, come in Inghilterra (-26,71% a 1,5 milioni di bottiglie) o in Usa, secondo mercato di riferimento, a 3,5 milioni di bottiglie (-10,11%), per citare i principali paesi di sbocco a livello quantitativo.
A Isola d’Asti, sede del Consorzio, ne sono consapevoli. Per ora ci si affida alla buona crescita in Italia: “E un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi tre anni”, dice Ezio Pelissetti, direttore generale del Consorzio. “È un segnale che incoraggia gli sforzi della filiera impegnata in senso corale nel rilancio del prodotto. Il progetto si concretizzerà nelle prossime settimane con il lancio della nuova campagna pubbli-promozionale dell’Asti”. La campagna punterà a modificare l’immagine dell’Asti spumante tra i consumatori italiani e a veicolare il concetto di alta qualità del prodotto, che troppi oggi invece banalizzano.
La campagna farà da apripista a quella, ancor più impegnativa, di rilancio internazionale, su cui stanno lavorando da oltre un anno gli esperti della McKinsey.
Sono previste iniziative specifiche in Germania (dove la comunicazione è affidata a Hill & Knowlton), Stati Uniti, Gran Bretagna e Russia. Il progetto ha una durata triennale e prevede investimenti per 39,7 milioni di euro, coperti per il 40% da fondi statali e per il 60% dai produttori delle tre province interessate, Asti, Alessandria e Cuneo.

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