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Italia Oggi

Parte la sanatoria dei crediti Inps ... De Castro traccia il 2007 dell’agricoltura. E attacca: va difesa l’origine made in Europe dei prodotti. Kpmg ha detto sì all’operazione di riscossione soft dei contributi... Kpmg ha detto sì all’operazione privatistica di sanatoria dei crediti agricoli Inps accumulati sino a fine 2004 e non incassati. Presto partirà il lavoro di riscossione di UniCredit (Ubm) e Detusche bank. E un bollino made in Europe potrebbe presto apparire sulle etichette dei prodotti alimentari europei, «perché la battaglia sull’origine dei prodotti deve essere comunitaria, non solo nazionale». Lo dice a ItaliaOggi il ministro per le politiche agricole, Paolo De Castro, tracciando il futuro del settore.
Domanda. Che cosa dobbiamo aspettarci per il 2007?
Risposta. A livello Ue ci sono riforme delle Ocm vino e ortofrutta. A livello nazionale, invece, stiamo lavorando sulla legge 164/1992 per il vino, perché, in turo, i controlli dovranno essere non affidati ai soggetti che devono essere controllati. Stiamo lavorando a un ddl sul biologico, al codex alimentarius e alle deleghe sulla legge di orientamento in agricoltura.
D. I sindacati italiani si preparano alla battaglia del vino per evitare, con la nuova Ocm, che vengano estirpati ettari di vigneti.
R. I tagli, se ci saranno, saranno volontari. Il sistema estirpazioni disegnato da Bruxelles si basa sulla scelta, non su un obbligo. Ma anche se volontario, il sistema non ci piace. Noi vorremmo una riforma basata sulla competitività. E chiediamo che ci una robusta partecipazione dello stao membro alla gestione del piano di estirpazione. Deve essere lo stato a decidere come, dove e quando fare l’estirpazione volontaria. Altrimenti succede che premi all’estirpazione molto alti, circa 6 mila euro a ettaro, potrebbero indurre produttori a estirpare in zone vocate, dove si produce poco.
D. L’orientamento al mercato è strategico. Oggi la competizione si gioca su scala internazionale.
R. Infatti, la nuova Pac dovrà aiutare gli agricoltori a conquistare il mercato, non con strumenti distorsivi, ma con aiuti che valorizzino qualità, marketing e promozione. Nel 2007 l’Ue dovrà impegnarsi di più sull’origine dei prodotti. Questa battaglia deve diventare europea, non solo italiana. Quando parlo di origine non mi riferisco al made in Italy, ma al made in Europe.
D. Sta pensando a un marchio made in Europe per le produzioni agroalimentari europee?
R. La prima battaglia da fare è l’obbligo di indicare l’origine europea del prodotto, perché è li che soffriremo in futuro. Si potrà arrivare anche a una certificazione europea, ma dobbiamo a tutti i costi evitare casi come quello del Parmesan australiano venduto in Germania come italiano. Questi prodotti devono rimanere della nazionalità del posto in cui sono stati prodotti. Come avviene negli Usa...
(arretrato di Italia Oggi del 6 gennaio del 2007) 

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