02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Vino, volano dell’economia ... Non solo diretta, ma anche indotta sul territorio. In 20 anni cresciuti abitanti, ma anche ristoranti, wine bar e occupazione... Le città del vino non sono solo un’associazione di coordinamento dell’attività legata al settore vitivinicolo. Sono, tutte insieme, un volano dell’economia nazionale, con particolare rilievo in campo enologico e turistico. Lo evidenzia uno studio condotto da Antonio Percario, docente di economia del turismo all’università di Perugia, presentato di recente nell’ambito delle celebrazioni del ventennale dell’associazione delle città del vino, nata nel 1987 dal comune impegno di 49 comuni e ora centro aggregativo di ben 548 comuni e 21 soci straordinari, tra province, comunità montane e strade del vino. I numeri dell’associazione sono importanti: le realtà che vi si riconoscono rappresentano appena il 6,7% dei comuni italiani, ma ben il 70% del vigneto nazionale, il 15% dell’offerta ricettiva, il 22% degli agriturismi, l’89% dei vini doc.
Negli ultimi venti anni, in queste realtà, si è assistito, grazie anche allo sviluppo dell’economia del vino, a una crescita del 10% della popolazione nei borghi e di ben il 27% nelle case sparse, con un significativo recupero di un territorio altrimenti destinato a un lento, ma inevitabile degrado. In vent’anni, inoltre, le strutture che ruotano intorno al mondo del vino sono aumentate in modo esponenziale nei comuni associati, creando un incremento delle economie locali: le enoteche sono cresciute del 60%, i ristoranti del 101%, con un deciso aumento dell’occupazione (+82% di addetti nelle enoteche e + 176% nei ristoranti).
“La nostra associazione, che nasce nel 1987, un anno dopo lo scandalo del metanolo, è stata una delle protagoniste principali della rinascita del vino italiano”, sottolinea Valentino Valentini, presidente delle Città del Vino e sindaco di Montefalco. “In questi venti anni la filosofia del recupero e della riqualificazione ambientale, urbanistica, vitivinicola, compatibile con il patrimonio paesaggistico, ha portato a buoni risultati. Il bilancio è positivo; abbiamo davanti però un grande potenziale da sviluppare e tanto lavoro da fare insieme ai protagonisti della filiera, sia pubblici che privati, puntando sull’originalità e l’unicità dei nostri territori”. Vino e territorio, dunque, parole d’ordine che distinguono in modo netto il prodotto italiano dai concorrenti esteri. Un concetto di per sé quasi banale da capire, ma che pochi in passato hanno saputo applicare. Ora invece sono sempre più numerose le realtà vitivinicole nazionali che, oltre a esportare vini di qualità, puntano a legarli al territorio di provenienza.
Questo è un must che gli stranieri i riconoscono e ci invidiano. Prova ne siano, per tutti, i dati statistici che provengono dal turismo del vino e da quelle strade del vino meglio strutturate, che già analizzano i flussi di turisti enologici durante tutto l’anno, ma soprattutto negli eventi clou, sia locali, ma di grossa risonanza internazionale (come il prossimo Benvenuto Brunello, o la Primavera del Prosecco, solo per citare i più imminenti), sia nazionali, come Cantine aperte.

I numeri delle città del vino
Comuni associati - 584
Soci straordinari - 21
Superficie vitata nazionale - 70%
Vini Doc nazionali - 279/311
Ricettività alberghi - 7.060
In %/nazionale-15%
Escluse città “speciali” (Roma, Firenze, Rimini) – 2.585
In %/nazionale - 6,4%
Enoteche - 227
Agriturismi - 2.122
In %/nazionale - 21%
Campeggi - 198
In %/nazionale - 8%
Fonte: Associazione Città del Vino

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su