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Italia Oggi

Le società di capitali nuova frontiera ... Un trend 2006 in crescita per la costituzione delle società di capitali operanti nel comparto agricolo, a conferma del forte appeal ritrovato, dagli operatori di settore, per questa veste giuridica. Le stime di Movimpresa (Unioncamere) hanno confermato che le società di capitali, siano esse per azioni, in accomandita per azioni o a responsabilità limitata, sono in forte crescita (+5,06% rispetto al 2005, incremento di 486 unità rispetto all’anno precedente) nel settore agroalimentare, confermando la strada già indicata dal decreto legislativo n. 99/2004 di una forte accelerazione allo sviluppo delle aggregazioni delle imprese agricole.
La Finanziaria 2007 ha inoltre introdotto alcune norme interessanti che potranno alzare ulteriormente la presenza delle società di capitali nel settore agroalimentare, in quanto i commi 1093 e 1094 dell’articolo unico della legge citata (legge n. 296/2006) hanno introdotto, rispettivamente, possibilità di una tassazione fondiaria del reddito per le società di persone, cooperative e a responsabilità limitata, purché in possesso dei requisiti richiesti dalla disciplina sulle società agricole e una tassazione forfettaria per le società di persone e a responsabilità, formate da imprenditori agricoli che esercitano le attività di manipolazione e trasformazione dei prodotti.
Grande è l’attesa per il decreto previsto dal comma 1095 dell’articolo unico della legge n. 296/2006, che dovrà definire modalità e applicazione della disciplina per la tassazione fondiaria delle società personali e di capitali, ma l’incremento del 2006 non è che un anticipo del prossimo futuro. La scelta degli agricoltori è supportata da una serie di esigenze, su tutte la necessità di apportare capitali ingenti per l’esercizio delle attività agricole, nel rispetto delle norme di sicurezza e igienico-sanitarie, la necessità di sviluppare l’attività con una maggiore automazione e un minor utilizzo di manodopera (si pensi al costo dei nuovi impianti per la produzione del vino) e nella possibilità di prevenire danni derivanti dal rischio d’impresa, oggi fin troppo presente in un mercato aggressivo e concorrente, salvaguardando il patrimonio anche immobiliare e personale dei soci, che non può avvenire in altro modo.
(arretrato di Italia Oggi del 3 marzo 2007) 

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