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Italia Oggi

Ora il mondo alza di più il gomito ... Consumati 241 mln di ettolitri di vino nel ’06. E si produce di più. L’Oiv analizza il mercato planetario. Stazionarie le superfici coltivate a vite. E i prezzi scendono... Il mondo nel 2006 si è messo a fare il vignaiolo, a produrre più vino. E, rispetto al 2005, alza un po’ più il gomito. Beve di più. E i prezzi? I vini da tavola, quelli senza indicazione di provenienza, sono andati giù in Francia e Italia, mentre in Spagna la ripresa è mancata; il tutto a seguito di una produzione boom nel 2004 e a causa dei pesanti stock di prodotto, giunti sul mercato all’inizio della campagna 2005/2006.
Una pesantezza che, però, non è riuscita a compensare il carattere “medio-debole” della produzione vinicola messa a segno nel 2005 dal Vecchio continente. Invece, la produzione 2006, a livello comunitario, ha determinato per l’inizio di quest’anno un vagito di ripresa delle quotazioni sul listino.
A fotografare il trend dei prezzi del nettare di Bacco è la nota congiunturale di marzo 2007, diffusa il 24 aprile scorso dall’Oiv, l’organizzazione mondiale della vite e del vino, che ha sede a Parigi. Una radiografia del mercato planetario, che oltre ai costi per il portafogli disegna anche capacità produttiva, consumi e scambi internazionali del 2006; il tutto a livello europeo, extra Ue e mondiale. I consumi. Nel Vecchio continente (Ue a 15), dopo un rialzo leggero nel 2005, il consumo di vino è sceso nel 2006 a quota 126,6 Miohl (- 0,8 milioni di ettolitri rispetto al 2005). L’aumento continua, invece, a ritmo sostenuto negli Usa così come in Oceania. Tirando le somme, il consumo mondiale di vini 2006 si è stabilizzato tra 235,5 e 246,2 milioni di ettolitri, cioè a quota 240,8 Miohl (+3,3 Miohl, rispetto alla media 2005).
Il vitigno europeo a 25. Il vigneto comunitario totale, dopo avere raggiunto i 3.758 milioni di ettari (mha) nel 2000 è calato, per poi tornare in seguito a 3.561 mha nel 2006. Nel 2005, la diminuzione è stata di 31 mha, mentre in sei anni il vitigno Ue ha perso circa 200 mha. La produzione 2006, invece, rispetto alla serie 2002, 2003, 2004, 2005 (rispettivamente 156, 161, 184,6 e 165,7 miohl esclusi succhi e mosti), può essere giudicata nuovamente “media” a livello comunitario, visto che raggiunge quota 170,4 miohl (+4,7 miohl 2005: + 2,8%).
Vite e vino fuori dall’Ue. Dopo aver segnato il passo tra il 2003 e il 2004 rispetto al tambureggiante ritmo di crescita precedentemente registrato, dal 2005 i vigneti extra Ue (cioè Usa, Argentina, Cile, Brasile, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda, Moldavia, Romania, Svizzera e Cina) si segnalano per aumenti un po’ ovunque. Anche se il ritmo è globalmente più modesto di prima.
Due vigneti si distinguono tuttavia per trend di crescita tra il 2005 e il 2006: il Brasile e la Nuova Zelanda (rispettivamente +20 e + 12%). Così, fuori dell’Ue a 25 il vigneto progredisce nel biennio 2005/2006 di 26 mha per raggiungere i 4.363 mha. Invece, il trend della produzione globale, nel 2006, è controverso; le evoluzioni dei singoli paesi continuano a compensarsi tra loro: di conseguenza, la produzione globale di vini dell’insieme dei paesi extra-Ue a 25 raggiunge nel 2006 76,4 miohl. Contro 76 del 2005 e i 77,4 del 2004.
Il trend mondiale. Per quanto riguarda il totale della superficie viticola mondiale, essa si è stabilizzata tra il 2005 e il 2006, raggiungendo lo scorso anno i 7.924 mha (-6 mha rispetto al 2005). Sul fronte produttivo, invece, considerando uno scostamento del 10% a causa dell’assenza di dati per alcuni stati, l’Oiv ha stimato che la produzione mondiale di vini 2006 (esclusi succhi e mosti) si è attestata tra 279,9 e 287,3 milioni di ettolitri, con una forbice compresa tra +0,5 e +3,2% rispetto al 2005 (quasi 283,6 miohl in media: cioè + 5,1 miohl rispetto al 2005). Produzione che l’organizzazione non esita a definire “forte”.

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