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Italia Oggi

Autentico italiano si difende dai falsi ... Prosecco, Parmigiano Reggiano, Prosciutto Parma... Sono passati ormai dieci anni. Vino in Villa, la manifestazione vetrina internazionale per il Prosecco doc di Conegliano Valdobbiadene ne ha fatta di strada. Sono cresciuti i produttori, il Consorzio, il territorio. Dieci anni di crescita, con una forte accelerazione negli ultimi cinque, da quando la manifestazione è approdata al castello di San Salvatore dei principi di Collalto, a Susegana. La crescita è stata di numeri, certo (quest’anno erano oltre cento i produttori presenti, compresi gli “ospiti” degli altri tre consorzi vinicoli nel Trevigiano, Colli di Conegliano, Montello e Colli asolani, Piave; più di 15 mila visitatori, decine di giornalisti stranieri; ospiti d’onore i consorzi del Parmigiano Reggiano e del Prosciutto di Parma), ma non solo; chef e scuole di alta cucina come Alma sotto l’unico motto di “Autentico italiano”. Ma a fronte di questo orgoglio della qualità, c’è il grave problema delle frodi e delle imitazioni sui mercati esteri sia nei marchi che nei prodotti.
Proprio su questo tema si sono confrontati i consorzi del Prosecco, del Prosciutto di Parma e del Parmigiano Reggiano, insieme a Guido Tampieri, sottosegretario al ministero delle politiche agricole, al direttore generale dell’Ice, Massimo Mamberti, al presidente di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro, a Ferdinando Albisini, docente dell’università della Tuscia, esperto della tutela di marchi a livello internazionale. Ne è emerso un quadro preoccupante, in ambito Ue ed extra Ue. Il caso più famoso è quello del “Parmesan” tedesco; non meno inquietante quello scoperto in Giappone, dove viene venduto sotto vuoto nei supermercati un “Parma jamon Serrano”, con l’ineffabile frode al nostro prosciutto principe e al suo collega, altrettanto nobile, spagnolo. Quanto al Prosecco doc, deve confrontarsi con frodi e imitazioni in alcuni paesi europei ed extraeuropei, senza, oltre a tutto, poter difendere la denominazione del vitigno (negata sui mercati internazionali). Che fare, dunque? Serve un’azione comune, che veda come capofila il ministero competente.
Su questo tema la buona notizia è venuta dal sottosegretario Tampieri: il ministero, ha detto, sta già lavorando in questa direzione. Vino in Villa numero 10 ha chiuso i battenti, ma la macchina è in continuo movimento. Il Consorzio porterà le imprese trevigiane il 26 giugno a New York e il 28 a San Francisco, dove si svolgeranno incontri con la stampa specializzata ei buyer.

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