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Italia Oggi

Eurodeputati per l’Ocm unica. Ma il vino resta fuori... ... Via libera del Parlamento europeo alla proposta di riunire in unico regolamento le organizzazioni comuni di mercato (Ocm).
Il regolamento, a cui Strasburgo ha detto sì, accorpa le regole sugli interventi di mercato delle varie Ocm, tra cui gli ammassi privati, le restituzioni all’export, i contingenti tariffari di importazione, la normativa sugli aiuti di stato e sulla concorrenza. Su richiesta della delegazione italiana, l’Europarlamento ha però proposto, con l’approvazione del regolamento unico, di escludere dal testo gli interventi di mercato sui settori vino e ortofrutta, tra l’altro al momento in fase di riforma. Secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia) la scelta di una sola Organizzazione comune di mercato, -rappresenta un ulteriore passo nella direzione di una semplificazione amministrativa della politica comunitaria”.
E proprio riguardo alla riforma vitivinicola, il presidente della Cia, Giuseppe Politi, ha chiosato: -Le proposte di modifica alla riforma dell’Ocm del settore vino devono essere frutto, nei prossimi mesi, di un dibattito ampio e articolato all’interno della filiera produttiva in modo da costruire e sostenere posizioni condivise come sistema nazionale per rilanciare la competitività del settore e rappresentare, nello stesso tempo, la base di un confronto univoco nel contesto comunitario”.
Politi ne ha parlato a margine dell’intervento che il commissario Ue all’Agricoltura Mariann Fischer Boel ha tenuto in settimana davanti all’Intergruppo vino del Parlamento europeo. In quella sede, il commissario Ue ha presentato alcune modifiche alla prima comunicazione della Commissione relativa alla riforma. Fischer Boel, nel ricordare che la riforma dell’Ocm vino sarà varata dall’esecutivo di Bruxelles il prossimo 4 luglio, ha proposto, in particolare, che sui diritti di impianto venga mantenuto lo -status quo” per qualche anno, abolendo i limiti per nuovi impianti solo nel 2013. Per quanto riguarda, invece, l’estirpazione è stata proposta una riduzione dell’ampiezza della misura.
A tal proposito il commissario ha aggiunto che “sarà indispensabile definire un chiaro quadro di riferimento regolamentare che dia il giusto peso alle condizioni sociali ed ambientali” dei territori impegnati alla coltivazione della vite”. E ciò presuppone di consentire agli stati membri di influenzare - e perfino fermare - l’estirpazione quando raggiunge un determinato livello”. È stata, infine, confermata la proposta di abolizione dei sussidi alla distillazione con l’entrata in vigore della riforma, così come l’istituzione di “enveloppe” finanziaria nazionale che potrà essere usata per programmi di sostegno al settore; in tale enveloppe, ha detto Fischer Boel: “si renderanno disponibili importanti somme per la promozione del vino nei paesi terzi”.

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