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Italia Oggi

Cia, niente tagli nell’Ocm ... Niente tagli alla vitivinicoltura europea nella riforma dell’Organizzazione comune di mercato del vino: le nuove regole europee di settore dovrebbero essere orientate verso la qualità, superando così il sistema delle quote nel più breve tempo possibile. Le nostre produzioni, infatti, sono ancora ai vertici, ma i paesi dell’emisfero Sud e la Cina stanno incrementando le superfici vitate e la produzione, aprendo spazi alle esportazioni.
A lanciare l’allarme è la Cia, Confederazione italiana agricoltori, la quale evidenzia come il vino made in Italy sia ancora leader nel mercato mondiale, grazie a qualità e tipicità (l’export è cresciuto nel 2006 del 6,5%, in particolare negli Usa). “Ma tutto questo è ora a rischio. Sullo scenario internazionale si stanno affacciando e anche affermando nuovi paesi produttori, Cina in testa, che possono scalzarci, nel giro di pochi anni, dal podio”.
Secondo la Cia “la concorrenza, soprattutto sui costi di produzione, quantità prodotte e prezzi, sta diventando sempre più agguerrita e difficile. Basti pensare che negli ultimi dieci anni i paesi dell’emisfero Sud del mondo (Africa del Sud, Argentina, Australia, Bolivia, Brasile, Cile, Nuova Zelanda, Perù e Uruguay) hanno aumentato dell’11% la superficie viticola, con aumenti produttivi vicini al 15% (sono state toccate punte anche del 18- 19%). E la previsione per il 2007 è di un ulteriore incremento. Solo in Australia, nonostante la ricorrente siccità, la produzione passerà da 4 a 10 milioni di ettolitri, mentre in Argentina si arriverà a 15 milioni di ettolitri”.
Non solo. In agguato, ha avvertito la Cia, “c’è sempre la Cina che ha da tempo avviato un’azione tesa ad aumentare sia la superficie sia la produzione vinicola, che oggi è di circa 5 milioni di ettolitri. Stadi fatto che, come ha rilevato un recente studio, già nel 2010 il primato mondiale per i consumi di vino potrebbe andare al paese asiatico, che attualmente è al decimo posto nella graduatoria internazionale”.

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