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Italia Oggi

Da piazza Montecitorio un no trasversale agli ogm ... È un no trasversale agli ogm nel biologico e ai protocolli per la sperimentazione quello lanciato ieri da piazza Montecitorio, nella quale agricoltori, consumatori e ambientalisti si sono dati appuntamento per la manifestazione promossa dalla coalizione “Liberi da ogm”.
Le rassicurazioni del ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro, che ha annunciato un decreto nel quale la soglia accidentale di contaminazione nei prodotti biologici destinati all’alimentazione umana e animale scende allo 0,1%, rispetto allo 0,9% previsto dal consiglio dei ministri agricoli Ue (si veda ItaliaOggi di ieri), quindi, non sono bastate a fermare questa iniziativa, promossa, ha ricordato la Coldiretti, “per dimostrare la contrarietà agli organismi geneticamente modificati nell’alimentazione, che trova concordi tre italiani su quattro” (indagine Coldiretti Ispo).
Obiettivo comune, infatti, è salvare il made in Italy alimentare dalle contaminazioni biotech, dopo la decisione del Consiglio dei ministri agricoli dell’Ue e dopo “la proposta del ministro delle politiche agricole di protocolli per le sperimentazioni biotech in pieno campo riguardo prodotti simbolo del made in Italy”, inviata dal ministero delle politiche agricole a quello dell’ambiente, hanno spiegato da Coldiretti. “Con la contaminazione del biologico e dei piatti base della dieta mediterranea”, hanno stimato infatti dall’organizzazione agricola, “si provocano perdite economiche superiori ai 6 miliardi di euro per effetto del crollo nelle esportazioni e del calo nei consumi stimabile pari al 60% per il solo biologico”.
Così, insieme a un migliaio di giovani della Coldiretti venuti da tutta Italia e guidati dal delegato del movimento giovanile, Donato Fanelli, e dal presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, con striscioni, cartelli, fischietti e pannocchie e verdure giganti geneticamente modificate, erano presenti rappresentanti di Legambiente, Aiab, Federconsumatori, Adusbef, Greenpeace, Uila-Uil, Vas e Cia. Trasversale anche la partecipazione del mondo politico: dall’ex ministro dell’agricoltura esponente di An, Gianni Alemanno al presidente della commissione ambiente della camera Ermete Realacci; esponenti della Margherita come Luca Marcora, ma anche il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano; Angelo Bonelli dei Verdi e Paolo Scarpa Bonazza (Fi) ex sottosegretario all’agricoltura. “Ritiro immediato dei protocolli per la sperimentazione ogm all’aperto per prodotti come vino, olio, agrumi e pomodoro che inquinano le campagne italiane e l’urgente applicazione dell’etichettatura di origine obbligatoria per il biologico made in Italy, per il quale deve essere garantita la tolleranza zero nei confronti della contaminazione da biotech”, è la richiesta comune, illustrata dal presidente della Coldiretti Marini.
Ma a proposito dei protocolli per la sperimentazione, il ministro De Castro ha replicato che non è il Mipaaf “a decidere sull’immissione nell’ambiente. Il nostro apporto si limita a una partecipazione nella commissione tecnica (composta da due rappresentanti delle regioni, due del ministero dell’agricoltura e due del ministero dell’ambiente, ndr) che valuta i protocolli inviandoli poi al ministero dell’ambiente per l’autorizzazione”. Autorizzazione che proprio ieri è state negata dal ministero dell’ambiente.
Infatti il ministro Alfonso Pecoraro Scanio ha trasmesso ieri al collega De Castro, una nota contenente il parere negativo alla bozza di decreto con cui si individuano i protocolli per la sperimentazione della coltivazione di piante transgeniche in campo aperto. “Nonostante lo sforzo compiuto dai tecnici dei due ministeri in seno al comitato tecnico di coordinamento per limitare i rischi”, ha sostenuto Pecoraro Scanio, “si ravvisa la mancanza di elementi sufficienti a scongiurare che la coltivazione in campo aperto di piante transgeniche possa portare alla contaminazione delle specie tradizionali. Inoltre, si rileva l’assenza di garanzie giuridiche in relazione alle responsabilità civili e penali in caso di inquinamento generico”.
Tornando al sit-in, a senso unico, ossia a favore della tolleranza zero verso gli Ogm, i commenti registrati: “La manifestazione rivendica il ruolo che i produttori hanno avuto fino a oggi nel mantenere il settore biologico libero da ogm”, ha detto Andrea Ferrante, presidente dell’Associazione italiana agricoltura biologica (Aiab), aggiungendo che “le regioni, il ministro e il parlamento devono mettere in atto in tempi certi tutti i meccanismi per garantirlo”.

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