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Italia Oggi

Stragi, ma il governo salva il vino ... Prodi è contro gli ubriachi al volante, ma un suo sottosegretario a giugno ha bocciato il ddl Turco. Soppresso l’articolo contro la vendita di alcolici in autostrada... Vite spezzate tra sangue e asfalto. Come birilli, mandati per aria da ubriachi al volante. L’Italia scopre l’orrore delle stragi: tre bambini muoiono sabato notte sulla autostrada A30, una diciassettenne, Claudia Muro falciata a Pinerolo domenica notte da uno al quale avevano ritirato la patente già tre volte e una volta ancora gliela avevano riconsegnata. La politica, ovviamente, reagisce. C’era da aspettarselo. Presente nel momento del dolore. E al dolore si unisce. Versa lacrime anche il presidente del consiglio, Romano Prodi: “C’è bisogno di una grande scossa morale e civile da parte di tutti”, dice.
Sa oppure ignora il premier che è stato proprio il suo governo attraverso il sottosegretario alle politiche agricole, Giovanni Mongiello, lo scorso mese di giugno a stoppare uno dei provvedimenti, ovvero la vendita di alcolici negli autogrill, che adesso invece reclamano sia le forze di centrosinistra sia quelle di centrodestra? Allora vinse la lobby dei viticoltori: prima gli affari, le bottiglie dagli scaffali nel percorso a zig-zag della stazione di servizio non si toccano.
Riavvolgendo il nastro, quando i tre cuginetti e la diciassettenne avevano un futuro davanti a loro, il governo, capitanato dal ministro della salute Livia Turco, presenta un disegno di legge avente per oggetto “disposizioni per la semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute”. Un titolo freddo, burocratese, dietro il quale c’è un po’ di tutto. C’è anche un articolo 9 che in teoria e nei principi avrebbe potuto e potrebbe ancora salvare vite umane.
Recita testualmente: “Nelle aree di servizio situate lungo le auto strade è vietata la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche”. Era gennaio. Il ddl rimbalza tra le varie commissioni per i pareri. Arriva alla nona di palazzo madama. Relatore del provvedimento è Daniele Bosone. Ricorda la differenza prevista dal provvedimento tra bevande alcoliche, ovvero con gradazione superiore a 1,2 gradi di alcol, e i superalcolici, con gradazione superiore al 21%. E sottolinea, testuali parole, che “la disposizione esplica evidenti riflessi nei confronti di un comparto, quale quello vitivinicolo, che rappresenta in generale un modello di sviluppo di grande rilievo nel contesto dell’intero sistema agroalimentare, e che gli, effetti nei confronti degli incidenti stradali sono in larga parte da ricondurre al consumi di superalcolici”. Come se non bastasse, il relatore aggiunge anche che “l’articolo 9 risulta lesivo per il comparto vitivinicolo sotto il profilo economico e ancor più sotto quello dell’immagine. In conseguenza di questa disposizione, infatti, il vino verrebbe equiparato ai superalcolici come causa di incidenti e sarebbe inoltre vietato anche acquistare semplici confezioni da asporto con evidenti ricadute negative in termini economici per tutto il settore”.
Di qui la proposta di esprimere parere favorevole al provvedimento ma con riserva sull’articolo 9 che deve essere riformulato limitando il divieto alla somministrazione di superalcolici, solo quelli, nelle 24 ore. Considerazioni che nel dibattito successivo vengono condivise dai senatori Marcora, ulivista, che bolla l’articolo 9 come “un eccessivo proibizionismo anche in considerazione delle norme già presenti nel codice della strada”, e Scarpa Bonazza Buora di Forza Italia secondo il quale “il tema della sicurezza stradale non può essere utilizzato per introdurre norme che penalizzerebbero eccessivamente il settore vitivinicolo” e auspica “una soluzione scevra da imposizioni proibizionistiche”.
Le conclusioni sono affidate al sottosegretario Mongiello che condividendo la posizione del relatore in merito all’articolo 9, propone “di sopprimere l’intera disposizione di tale articolo, lasciando impregiudicata ogni ulteriore determinazione”.
La commissione all’unanimità approva il parere condizionato. Il provvedimento di fatto si stoppa, anzi si arena. Il vino negli autogrill è salvo, e sono salvi gli affari. Il danno economico è scongiurato. Il governo è soddisfatto. E lo stesso governo che ieri piangeva per l’ennesima tragedia e tra una lacrima e l’altra ha minacciato una crociata contro l’alcol, vino compreso. Ma non se ne farà nulla. Almeno non alla luce di quanto accaduto in commissione agricoltura al senato.

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