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Italia Oggi

Una tregua per l’ex Tocai ... Il vino 2007 avrà la denominazione Friulano. Lo ha stabilito un decreto Mipaaf. Ma a settembre la partita ricomincia... L’ex vino Tocai non è più un fantasma. O almeno, non lo sarà quello spremuto dalle uve vendemmiate quest’anno. Per dare certezze ai produttori ed evitare gravi danni alla vitivinicoltura del Friuli-Venezia Giulia, il capo dipartimento del Mipaaf, Giuseppe Ambrosio, ha firmato un decreto inderogabile che consente di utilizzare la denominazione “Friulano”, per la commercializzazione dell’ex Tocai anche in Italia, a partire dal 1° di agosto (in Europa, il Tocai è già stato soppiantato dal “Friulano”.). E si è impegnato, anche a nome del ministro De Castro, a organizzare un incontro tra i rappresentanti dei ministeri coinvolti (Esteri, Politiche agricole, Affari regionali) per verificare gli aspetti giuridici dell’applicazione dell’articolo 24 degli accordi internazionali Trips, chiesta dalla Regione.
È il risultato della piena sinergia operativa tra il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Riccardo Illy, e l’assessore regionale per le risorse agricole, Enzo Marsilio, sull’infinita querelle del Tocai. Mentre il primo ha scritto al presidente del consiglio Prodi, chiedendo una definizione unitaria a livello governativo sulla possibilità o meno di utilizzare, per le vendite in Italia, la dicitura “Friulano” in attesa della sentenza definitiva della Corte di giustizia europea (attesa non prima di dicembre), il secondo si è incontrato al Mipaaf di Roma con Ambrosio e gli esponenti nazionali e regionali di Federdoc in rappresentanza dei produttori. “Dopo aver ripreso in mano la faccenda ripercorrendo le tappe delle ultime settimane”, dice Marsilio, “e richiamato quanto stabilito dal regolamento comunitario, ho ribadito la necessità di arrivare a un decreto che faccia da ponte tra l’emergenza attuale e la sentenza della Corte di giustizia, garantendo così agli agricoltori la possibilità di registrare le uve all’atto della vendemmia”.
Marsilio ha chiesto che venga data continuità all’incontro avvenuto a livello giuridico a fine luglio, e ha sottolineato la volontà, da parte dell’Amministrazione regionale, di chiedere definitivamente l’applicazione dell’articolo 24 degli accordi Trips. L’emissione del decreto servirà a superare l’estate, ma non a chiudere la questione. Marsilio, infatti, ha confermato che, con la ripresa dei lavori a settembre, i rappresentanti dei ministeri competenti si riuniranno per approfondire la questione.
L’obiettivo, ha detto, è verificare, una volta per tutte e alla presenza dei titolari dei dicasteri coinvolti, l’applicabilità dell’utilizzo della definizione “Tocai friulano” solo in Italia. Un’ipotesi su cui Federdoc Fvg, che rappresenta i consorzi a Doc della regione e oltre l’80% della produzione certificata di Friulano, ha comunque ribadito la propria ferma contrarietà, indipendentemente dal fatto che questa denominazione sia o meno facoltativa dichiarando, ancora una volta, che ormai l’orientamento della gran parte dei produttori è chiaro. Valorizzare, promuovere e commercializzare lo stesso vino con due nomi distinti, inoltre, sarebbe praticamente impossibile.

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