02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Italia Oggi

Vino italiano, please ... Su l’export nei primi 4 mesi del 2007. Summit in Abruzzo tra esperti e importatori di tutti i continenti... Cresce l’export italiano di vino nei primi quattro mesi del 2007. Dopo i positivi risultati ottenuti nel 2006, che hanno fatto registrare un incremento complessivo delle vendite all’estero pari al 5,8% (in valore pari a 3,2 miliardi di euro), da gennaio ad aprile le esportazioni sono salite del 19% in volumi e del 15% in corrispettivo economico rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
I dati, forniti da Assoenologi, sono stati presentati alla “World wide convention Food&Wine”, in corso di svolgimento in Abruzzo. Durante una tavola rotonda, moderata da Daniele Cernilli (Gambero Rosso), esperti, importatori e giornalisti dei cinque continenti hanno portato le esperienze delle rispettive aree dì mercato.
Ugo Galiussi, giornalista tedesco, ha spiegato che “nel 2006 le importazioni di vino italiano in Germania sono salite del 12,2%, dopo cinque anni di stagnazione. I tedeschi consumano 20 milioni di ettolitri divino all’anno, due terzi dei quali importati. L’Italia è il maggior fornitore, specie per quanto riguarda i rossi”.
Elin McCoy, storica opinion leader dell’enologia mondiale, ha disegnato invece il quadro del mercato vitivinicolo più grande del mondo: gli Stati Uniti. “Negli Usa”, ha detto, “i consumi sono saliti costantemente negli ultimi 13 anni. Nel 2006 gli americani hanno bevuto in media 10,90 litri di vino, una crescita del 17% rispetto al 2005. Beviamo il triplo di 30 anni fa, credo che il futuro del vino italiano sia roseo”. L’Italia è oggi il primo paese fornitore negli Usa.
Antonio Petillo, trade analyst brasiliano, ha invece foto il punto del mercato verde-oro. “Il Brasile è una realtà nuova per il vino”, ha spiegato. “Infatti c’è un consumo di 2 litri pro capite annuì, un dato molto basso (l’Argentina è a quota 31,6 litri, l’Uruguay a 24 e il Cile a 14,7, ndr). Tra gli stranieri, i vini italiani sono i quarti più venduti in Brasile, dopo quelli argentini, cileni e portoghesi. Va detto che esiste un mercato comune del Sud America, il Mercosul, che avvantaggia notevolmente i paesi latini in fatto di dazi e tasse. Il prezzo medio di una bottiglia italiana si aggira sui 7/8 euro, contro i 3 euro di quelli sudamericani”.
Anatoliy Korneev, uno dei più importanti buyer russi, ha rivelato che Mosca assorbe il 65% di tutte le vendite dei vini italiani. “I fattori che favoriscono la promozione dei vini italiani in Russia sono la promozione della cucina, il turismo enogastronomico, il lavoro con l’Associazione Sommelier russa, l’Ice e le camere di commercio delle città italiane”. Korneev ha evidenziato l’esigenza di porre più attenzione alle altre regioni russe.
Per chiudere, la coreana Eun Sue Chun, columnist della rivista Wine Magazine, ha spiegato le caratteristiche del terzo mercato vinicolo asiatico. “L’occidentalizzazione della Corea”, ha detto, “ha contribuito a rendere popolare il vino”. Grande crescita del mercato (+30% negli ultimi sei armi), ma con valori assoluti ancora irrisori: in Corea il consumo pro capite è di 0,7 litri all’anno. In compenso, i prezzi sono salati, tanto che per una buona bottiglia italiana a Seul si spendono 45 euro al ristorante e 30 euro al dettaglio.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su