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Italia Oggi

Ospitalità e buon vino esaltano la nostra storia ... La vita e i gusti di Terenzio Medri, presidente dell’Associazione Italiana Sommelier e albergatore... Dal successo dell’Osteria del lampione ho capito come unire tradizione e novità... Un bicchiere di vino lo si può bere, sorbendolo lentamente, interpretandone i toni e gli aromi che sprigiona il calice. Oppure lo si può vivere, riscoprendo sorso dopo sorso la storia degli uomini e della terra che l’hanno prodotto, provando sensazioni che tra palato e memoria si intrecciano fino a diventare emozioni. Emozioni, così le chiama Terenzio Medri, presidente dell’Associazione italiana sommelier da appena due settimane anche alla testa della neonata Worldwide sommelier association, un’organizzazione promossa dalla stessa Aia, “che ha lo scopo di valorizzare le diverse produzioni nazionali a livello globale, colmando le lacune culturali che ne mortificano la conoscenza e la professionalità. Venti paesi hanno già aderito al progetto, altri 20 stanno aspettando di inserirsi”, dice Medri, un uomo pieno di passione, e per questo molto determinato in tutto quello che fa. “Diffondere la cultura del vino come patrimonio da custodire e accrescere dovrebbe essere la missione prioritaria di ogni sommelier. E chi pensa che per diventare un bravo professionista sia sufficiente una grande passione si sbaglia: servono studio, impegno, tanta esperienza e un pizzico di psicologia. Il legame alla tradizione non deve venire meno, però ancora più preziosa è la voglia di innovare”. Parola del presidente. “Devo la mia formazione alla scuola alberghiera e ai corsi di sommelier dell’Ais (di cui è socio dal 1976). Ma ho speso gran parte della mia vita cercando di aprire nuove strade”, racconta Medri. La prima occasione di dare sfogo alla creatività arriva nel 1977, quando nella sua Cesena compra una locanda, “un posto frequentato soprattutto da vecchi beoni e prostitute, dove il vino veniva venduto con noncuranza insieme con piatti di affettati e verdure. Insomma, uno dei tanti locali che si trovavano in Romagna a quei tempi. Io lo rifeci daccapo, cambiando arredo, costruendo un palchetto per piccole esibizioni dal vivo, e soprattutto dando dignità all’offerta enogastronomica. Vini diversi, serviti con cura e accompagnati da pietanze rustiche ma particolari, non tipiche della nostra zona. Fu un enorme successo, l’Osteria del lampione: la gente faceva la fila tutte le sere per entrare. Poi negli anni ’90 l’ho ceduta per occuparmi di altre attività”. Sì, perché Terenzio Medri non solo è anche proprietario di un hotel e di un ristorante a Cervia, ma è pure presidente dell’Associazione albergatori del comune romagnolo. A lui si devono le iniziative “La spiaggia ama il libro” e “Il libro in una stanza”, che da 15 anni coinvolgono gli ospiti della Riviera in incontri all’insegna della letteratura. Facile da immaginare, la vita di chi indossa “due giacche, che però sono complementari”, è piuttosto complessa. Otto mesi l’anno Terenzio Medri amministra il suo albergo e rappresenta la categoria cui appartiene, senza dimenticare comunque gli impegni da primo sommelier del Belpaese. Gli altri quattro sono in teoria destinati al riposo, in pratica spesi a viaggiare per rispettare il suo ruolo di ambasciatore del vino. Se l’hotel ha infatti chiuso i battenti proprio la settimana scorsa, in questo momento Medri si trova a Udine, per il quarantunesimo congresso dell’Ais. Sempre in giro per lavoro, a Cervia preferisce muoversi con la sua Vespa, fuori città guida una Jaguar S-type. “Ma dieci giorni da passare in tranquillità al sole, dove ci sono almeno 30 gradi, riesco comunque a trovarli”, confessa il presidente. “Adorro anche andare a pesca, negli ultimi anni l’Adriatico è diventato ricchissimo e si riescono a catturare magnifici esemplari di ricciola. A casa invece, soprattutto nei mesi invernali, ritrovo la quiete, e tutti quegli oggetti che parlano del mio passato, come la mia collezione di orologi, tra cui spiccano dei Breitling e dei Rolex a cui sono molto affezionato. Nel tempo libero mi distraggo leggendo e ascoltando musica. Cosa ascolto? Di tutto, per me la musica è come la cucina: c’è quella buona e quella meno buona. E ora tra le mie preferenze ci sono i sapori colombiani. Trovo che Shakira sia fantastica”.

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